Approvata proroga dello stato di emergenza: dal rientro in classe ai concorsi, cosa comporta per la scuola

Approvata proroga dello stato d’emergenza da parte del Senato, Conte: “La pandemia non si è esaurita. La proroga non incide sui poteri del governo, serve a far correre l’Italia”. Ma con dei paletti. Il primo, per esempio, prevede che il termine dello stato di emergenza sia fissato al 15 ottobre e non al 31, come inizialmente proposto. Il secondo vuole dire basta ai DPCM, per la maggioranza servono fonti normative primarie. E bisogna coinvolgere il Parlamento. Ma quali sono le conseguenza della proroga sulla scuola?

Lo stato di emergenza permette al commissario Domenico Arcuri di provvedere alle misure straordinarie per la scuola, come l’acquisto dei banchi. Il provvedimento permetterà di acquistare tutto il materiale necessario (mascherine, gel, banchi, distanziatori di plexiglas), saltando alcuni passaggi per l’affidamento degli appalti che seguono percorsi agevolati.

Sui concorsi scuola in cui molti sul web, in queste ore, hanno sollevato dubbi sullo svolgimento (l’attuale stato di emergenza non ne prevede lo svolgimento in presenza), ci ha pensato la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha tranquillizzare gli animi nei giorni scorsi: “A fine agosto faremo le assunzioni – ha dichiarato la Ministra – useremo le graduatorie dei vecchi concorsi, le Gae, e poi faremo i concorsi nuovi a fine settembre“.

Con la proroga resta inoltre il coordinamento attribuito alla Protezione Civile così come non decadono i poteri straordinari assegnati ai soggetti attuatori, che nella maggior parte dei casi sono i presidenti di Regione. Resta attiva anche la funzione del Comitato tecnico scientifico. 

“La proroga dello stato di emergenza è una scelta obbligata”, ha osservato il premier, Giuseppe Conte, che si è detto anche “rinfrancato” dal fatto che i numeri registrati dei contagi sono inferiori a mesi fa “anche se il virus – osserva – continua a circolare. Il comitato tecnico scientifico rileva che la situazione nel mondo resta preoccupante”, da qui “la necessità di un atteggiamento necessario di vigilanza”.