Apprendistato, ok della Camera e duello Cazzola-Fioroni

Montecitorio ha dato il via libera – in una giornata caratterizzata dal voto sul filo di lana tra maggioranza e opposizione – al disegno di legge delega sul lavoro collegato alla Finanziaria.

 

Il provvedimento, seguito passo passo dal relatore Giuliano Cazzola, torna ora al Senato per quella che probabilmente sarà un’ultima lettura senza modifiche e per il via libera definitivo.

 

Dunque, ecco il disco verde per la possibilità di assolvere l’ultimo anno di obbligo scolastico, fissato a 16 anni, anche con l’apprendistato, che quindi varrà per i 15enni come stare in classe.

 

Ma è stata esplicitata la necessità di un’intesa regioni-ministeri Lavoro e Istruzione, sentite le parti sociali, per la regolamentazione di tale percorso: come indicato nel decreto legislativo attuativo della legge Biagi.

 

E sull’emendamento che introduce la nuova norma sull’apprendistato a partire dai 15 anni l’aula della Camera durante il dibattito sul ddl lavoro si è infiammata. Botta e risposta infatti fra Giuliano Cazzola (Pdl), responsabile del provvedimento, e Beppe Fioroni (Pd).

 

In pratica, secondo l’esponente dei Democratici, “Con le nuove regole sull’apprendistato si toglie un altro pezzo di futuro ai nostri figli. Siamo il Paese – ha spiegato Fioroni – con meno diplomati, laureati e con ragazzi con qualifiche professionali, la maggioranza si assume la responsabilità di dare a nostri figli una povertà di saperi e competenze che li renderanno i nuovi poveri della vita. Al problema della dispersione si dà una soluzione peggiore del male”.

Secca e immediata la replica dell’onorevole del Popolo della Libertà: “La maggioranza fa le riforme – ha risposto Cazzola – pensiamo per esempio alla legge Biagi che prefigura tre gradi di apprendistato: un primo livello per espletamento dell’istruzione-formazione, l’apprendistato professionalizzante, l’apprendistato di alta formazione che può portare addirittura alla laurea e al dottorato. Se l’opposizione – ha concluso Cazzola –  non si fosse messa di traverso con questi due anni che non portano a nulla, e cioè l’obbligo scolastico a 16 anni introdotto da Fioroni quando era ministro, il giovane avrebbe dei vantaggi di più”.

Insomma, anche nel 2010 il dialogo fra i Poli non riesce a decollare, anzi…