Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Appello dei vescovi: l’IRC è un’opportunità

La scuola sarà se stessa se porterà le nuove generazioni ad appropriarsi consapevolmente e creativamente della propria tradizione”. Lo scrivono i vescovi italiani nel tradizionale messaggio agli studenti e alle famiglie affinché confermino nelle iscrizioni per l’anno prossimo la volontà di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche.

I vescovi si rivolgono a genitori, studenti e docenti, “consapevoli che l’Irc sia un’opportunità preziosa nel cammino formativo, dalla scuola dell’infanzia fino ai differenti percorsi del secondo ciclo e della formazione professionale, perché siamo convinti che si può trarre vera ampiezza e ricchezza culturale ed educativa da una corretta visione del patrimonio cristiano-cattolico e del suo peculiare contributo al cammino dell’umanità”.

Il messaggio è firmato dal presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, dal segretario generale, Mariano Crociata, e dai vice presidenti Cesare Nosiglia, Gualtiero Bassetti e Angelo Spinillo.

Secondo la presidenza della Cei, “l’Irc, oggi come in passato, aiuterà la scuola nel suo compito formativo e culturale facendo emergere gli interrogativi radicali sulla vita, sul rapporto tra l’uomo e la donna, sulla nascita, sul lavoro, sulla sofferenza, sulla morte, sull’amore, su tutto ciò che  è proprio della condizione umana”. 

La percentuale degli alunni avvalentesi nel passato anno scolastico 2011/2012, secondo gli Uffici Diocesani, si è attestata sull’89,3% della popolazione studentesca della scuola statale. Negli ultimi 19 anni vi è stata una perdita complessiva di 4,2 punti percentuali (93,5 nell’a.s. 1993/94 contro 89,3 nel 2011/2012) con un calo medio annuo dello 0,22%. Vi è pertanto una sostanziale tenuta della scelta dell’IRC da parte di studenti e famiglie, che la Cei appare impegnata a consolidare anche evidenziando il carattere dialogante e poco catechistico di questo insegnamento. 

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