Anticipi: cosa succederà per il prossimo anno?

Mancano poche settimane all’apertura delle iscrizioni per l’anno scolastico 2003-2004, prevista a gennaio. E con le iscrizioni ritorna il ritornello: anticipo sì, o anticipo no? A quale modello di scuola ci si potrà iscrivere, alla nuova scuola della Moratti o a quella attuale?
Una cosa è probabile: al disegno di legge di riforma già passato al Senato e ora all’esame della Camera verranno introdotti emendamenti e ci sarà bisogno di un successivo passaggio al Senato. In ogni modo non sarà approvato in tempo utile per le prossime iscrizioni scolastiche. I genitori che puntano sull’anticipo di iscrizione non potranno perciò contare sulla legge e, quindi, non potranno avanzare richiesta. A gennaio.
Ma se la legge, come tutto fa pensare (devolution permettendo), sarà approvata nei prossimi mesi, un primo effetto applicativo sarà proprio nella possibilità di iscriversi in anticipo alla scuola dell’infanzia o alla prima classe elementare.
I finanziamenti per questa operazione – a meno di modifiche da parte di Montecitorio – sono già previsti nel disegno di legge, compreso il 2003-04. Potranno quindi essere assunti nuovi insegnanti da assegnare alle classi costituite per effetto dell’eventuale aumento di iscritti.
La riforma nel suo complesso può anche ritardare l’avvio, ma l’anticipo di iscrizione può invece avvenire ugualmente, perché è di fatto indipendente. Con tutta probabilità il MIUR potrà riaprire entro settembre 2003 le iscrizioni per gli anticipatari e consentire, questa volta come accoglimento di un diritto sancito dalla legge, l’ammissione anticipata alla frequenza di chi compie tre o sei anni entro il 28 febbraio 2004.
Per la cronaca, nelle 251 istituzioni scolastiche che stanno attualmente sperimentando la riforma, gli anticipi sono stati circa 2.700 tra infanzia e prima elementare, pari a circa l’11% degli iscritti alle classi sperimentali. E a proposito di sperimentazione, uno degli aspetti sui quali è bene che si soffermi il monitoraggio in corso, è su come stanno interagendo gli enti locali coinvolti: in questo senso, con la devolution già alla prima approvazione parlamentare, il progetto sperimentale può rappresentare un test molto importante.