AN: una scuola più severa e prof. meno frustrati. Forse

Per una singolare coincidenza, il disegno di legge a firma del responsabile scuola di AN, Giuseppe Valditara, e di altri quattro autorevoli senatori dello stesso partito, è stato presentato al Senato proprio mentre il leader di AN Gianfranco Fini se ne usciva con l’esternazione sui “professori frustrati“, che gli è costata una valanga di proteste e di critiche.
Per la verità sembra che Fini non intendesse riferirsi all’intera categoria, ma solo a quegli insegnanti che a suo parere utilizzano la cattedra per fare propaganda politica “eversiva“.
All’intera categoria è invece rivolto il disegno di legge dei senatori di AN, con il quale si formulano proposte volte a tutelare il personale scolastico anche attraverso la modifica del codice penale: per minacce o ingiurie rivolte agli insegnanti o ai dirigenti scolastici è previsto il procedimento d’ufficio. Una tutela forte, perché l’attuale codice penale non fa riferimento a specifiche figure professionali.
Il disegno di legge contiene molte altre disposizioni, di cui abbiamo dato conto nel sito di Tuttoscuola (www.tuttoscuola.com), dalle multe a carico dei genitori dei “bulli” alla formazione in servizio dei docenti, collegata allo sviluppo della carriera, tramite corsi universitari selettivi.
Ma l’aspetto che più colpisce nella proposta di AN è quello che riguarda i provvedimenti disciplinari a carico degli insegnanti. Si prevede che gli insegnanti siano tenuti a rispettare un codice deontologico, adottato dal ministro dell’istruzione con decreto “sentite le organizzazioni sindacali e professionali del personale docente“, il cui mancato rispetto “per mancanze non gravi” darebbe luogo a sanzioni dirette da parte del dirigente scolastico, fino alla censura. Per mancanze più gravi, o reiterate, il dirigente scolastico propone al dirigente dell’Ufficio scolastico regionale le sanzioni da adottare, fino alla destituzione, “da comminare, previo accertamento dei fatti e contraddittorio, con provvedimento motivato“.
In caso di ricorso, decide il Ministro “previo contraddittorio e sentite le organizzazioni sindacali rappresentative“. Verrebbe meno, in sostanza, il parere vincolante del consiglio per il contenzioso del CNPI, che in molti casi (troppi, fa capire il disegno di legge) è stato eccessivamente benevolo nei confronti degli interessati.
Chissà se di fronte a queste proposte, che in parte aumentano e in parte diminuiscono le loro tutele, gli insegnanti si sentiranno più o meno “frustrati“?