AN: pro o contro i sindacati?

Il prossimo 15 gennaio riprendono i lavori della commissione mista ARAN-MIUR-Sindacati sulla carriera dei docenti. E si dovrebbe finalmente entrare nel merito delle proposte, dopo l’iniziale schermaglia sul metodo e sui principi. Ma sarà quello dell’ARAN il tavolo giusto per sbrogliare una matassa politico-sindacale che appare sempre più intricata?
Dall’interno della maggioranza di governo c’è chi vede con aperta diffidenza i lavori della commissione. L’on. Angela Napoli, autorevole esponente di AN, ha recentemente presentato alla Camera un’interrogazione a risposta scritta con la quale chiede al ministro Moratti di non subordinare l’iter parlamentare delle proposte di legge in materia (di una delle quali la stessa parlamentare è prima firmataria) all’esito della “trattativa sindacale” che a suo giudizio si svolgerebbe in seno alla commissione. L’on. Napoli ricorda che in occasione dell’approvazione della legge n. 53/2003 il governo aveva accettato un ordine del giorno, da lei stessa presentato, a sostegno delle revisione per via legislativa, e non contrattuale, dello stato giuridico dei docenti.
Sembra però che la maggioranza che sostiene il governo sia su questo punto divisa, e che le divisioni passino dentro i diversi partiti, e perfino all’interno di AN. I toni acrimoniosi usati dall’on. Napoli nella sua interrogazione contrastano con il convinto sostegno che il responsabile scuola di AN, sen. Valditara, non manca di manifestare al Ministro, e soprattutto con la posizione assunta dal vicepresidente del Consiglio, on. Fini, che a nome del governo si è impegnato ad evitare che in Parlamento “si producano interventi in ambiti di competenza della contrattazione“.
Una cosa è certa: se la commissione non produrrà proposte concrete in tempi serrati, e se tali proposte non si tradurranno in formali accordi tra governo e sindacati, sarà difficile impedire al Parlamento di risolvere l’annosa questione per via legislativa.