Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

AEEE sul Ddl: economia ai margini, però…

L'autonomia delle scuole può favorire una maggiore presenza dell'economia nei piani di studio degli indirizzi che attualmente non la prevedono

Una nota della AEEE (Associazione Europea per l’Educazione Economica) esprime una articolata valutazione sul testo approvato alla Camera e formula una interessante proposta per ampliare lo spazio della tematica economica nei piani di studio degli indirizzi che attualmente non la prevedono (l’economia è materia al momento studiata solo dal 15% degli studenti delle scuole secondarie superiori).

“La carta decisiva da giocare per ampliare l’insegnamento dell’economia e delle altre scienze sociali nella scuola”, si legge nella nota, “è quella del rafforzamento dell’unico liceo dove sono studiate l’economia e le altre scienze sociali, il Liceo Economico Sociale LES, frequentato attualmente dall’esigua cifra del 2% degli studenti. Il LES soffre della sua sudditanza dal Liceo delle Scienze Umane, da cui va distaccato per renderlo il settimo liceo italiano, visibile e forte. Questa modifica dell’ordinamento appare realizzabile in tempi rapidi tramite fonte regolamentare secondaria senza l’utilizzo della fonte legislativa primaria, utilizzando il monitoraggio, previsto dall’art.12 del DPR n. 89 del 2010. Atto semplice, ma di forte volontà politica“.

Più in generale “le moderne scienze economiche giuridiche e sociali per loro natura ben si candidano a rivestire un ruolo di stimolo per una didattica per problemi, per casi, con un forte riferimento alla realtà sociale e produttiva, per acquisire competenze assieme alle conoscenze in questa direzione. Queste questioni hanno trovato spazio nella discussione autunnale su La Buona Scuola, ma assai meno nella fase convulsa dell’approvazione del ddl alla Camera“.

Ma “è bene che questa attenzione resti viva“. E qui si inserisce la proposta della AEEE, che viene così presentata:

L’autonomia delle istituzione scolastiche si estende con il piano dell’offerta formativa triennale e la definizione dell’organico dell’autonomia. Ma gli studenti avranno voce in capitolo su quali saranno le scelte di ampliamento dell’offerta formativa? vi sarà l’obbligo per gli studenti di frequentare i nuovi corsi? saranno oggetto di valutazione? Per creare effettivi spazi di libertà in un curriculo rigido e chiuso come quello delle scuole italiane è opportuna la riduzione dell’orario nei singoli indirizzi di studio, aprendo un monte ore di libera scelta degli studenti di quali corsi frequentare. Le materie economiche e giuridiche, che nei sondaggi effettuati da La Buona Scuola apparivano tra quelle maggiormente richieste dagli allievi, potrebbero così assumere un ruolo centrale e qualificante. Se i corsi di queste materie avranno successo, si potrebbero finalmente rimontare posizioni da quell’impressionante penultimo posto, ottenuto dall’Italia nelle Indagini OCSE-PISA 2012 sulla financial literacy”

L’Associazione prende posizione anche su altri aspetti del Ddl: “Tra i punti irrisolti quello della differenziazione della professione docente, individuando responsabilità e mansioni che portino alla creazione di quei quadri intermedi, buco nero nella scuola italiana. Lo school bonus appare strumento interessante, andranno presi in considerazione ulteriori contributi della società civile alla formazione scolastica che stanno avendo successo in altri paesi, come i voucher, le free school e le charter school. Assai positivo il forte ampliamento dell’alternanza scuola-lavoro negli istituti tecnici, professionali e nei licei“.

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