Adulti stranieri analfabeti, esclusi dalla scuola in presenza, non possono accedere alla DaD

Un dramma nel dramma per gli esclusi da qualsiasi forma di istruzione a causa della pandemia. È quello dei tanti stranieri analfabeti o semianalfabeti che frequentano i CPIA, i Centri Provinciali di istruzione per Adulti, chiusi in questi giorni per loro in molte regioni alla stregua delle altre istituzioni scolastiche, nonostante questa tipologia di persone faccia parte dei BES, per i quali anche l’art. 15  del DPCM 2 marzo (come i precedenti DPCM) consente eccezionalmente la presenza a scuola.

A differenza degli studenti che in alternativa alla didattica in presenza possono accedere alla DaD, molti stranieri analfabeti adulti non solo mancano delle basi alfabetiche strumentali del leggere, dello scrivere e della comunicazione, ma proprio a causa del loro analfabetismo strumentale, non riescono ad accedere alla DaD in una condizione di totale analfabetismo digitale.

E molti restano, pertanto, esclusi da qualsiasi forma di alfabetizzazione che li possa avviare ad una minima forma di integrazione sociale e di accesso al lavoro. Soltanto la partecipazione alle attività didattiche in presenza li può aiutare.

Occorre, pertanto, un chiarimento tempestivo sul loro diritto di accesso alla didattica in presenza, anche in considerazione del fatto che il DPCM non fa riferimento alla tipologia di istituzione scolastica, bensì alle attività scolastiche e didattiche.

Quanti sono questi adulti stranieri analfabeti presenti in Italia?

Non esistono dati che aiutino a quantificare il numero complessivo di stranieri adulti analfabeti presenti in Italia, ma certamente non sono pochi.

Si stima che siano circa il 4-6% della popolazione straniera in età lavorativa presente in Italia. Poiché dai dati Istat risulta che gli stranieri di età compresa tra i 16 e i 67 anni sono circa 4 milioni, il numero degli stranieri analfabeti dovrebbe oscillare tra le 160mila e le 240mila unità; è quindi attendibile una stima di 200mila analfabeti stranieri, ignorati ufficialmente dalle rilevazioni del ministero dell’istruzione, ma iscritti in buona parte ai CPIA che li aiutano a conquistare faticosamente le strumentazioni alfabetiche di base.

Una conquista che può servire da riscatto personale, ma che la pandemia sta frenando e l’esclusione inspiegabile dalla didattica in presenza sta annullando completamente.