
Accoglienza agrodolce per Renzi alla visita alla scuola di Scalea

Consueta visita del mercoledì a scuola per il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, questa volta alla scuola Caloprese di Scalea. L’accoglienza è stato ambivalente, fuori e centro la scuola.
Fuori della scuola, all’arrivo del premier alcuni ex dipendenti Ata sono saliti sul muretto esterno della scuola con al collo alcuni cartelli con la scritta “Grazie alla spending review dal 31 marzo io e la mia famiglia non avremo un futuro”.
Quando poi Renzi è sceso dall’auto nel cortile della scuola, gli stessi lavoratori hanno gridato in coro “via le ditte dalla scuola”.
Le mamme hanno invece esposto lo striscione “Siamo indignate chiedeteci perché”, lamentando la mancanza di futuro per i loro figli. Anche l’associazione “Sanità è Vita” ha protestato mostrando uno striscione con la scritta “Sanità: condannati a morte”.
Alcuni “semplici cittadini”, come si sono definiti loro stessi, hanno mostrato alcuni cartelli con la scritta “Renzi stai sereno vai Berlusca” e “Renzi perché Gentile no e Barracciu sì?”.
Tutt’altro clima per Renzi all’interno della scuola. Durante la visita, al premier sono state lette delle poesie dai bambini della scuola materna di Scalea che alla fine hanno consegnato una scultura realizzata da loro raffigurante la Torre Talao, simbolo del paese.
Da parte sua, Renzi, rivolgendosi agli studenti, ha detto: “Dobbiamo smettere di pagare per il passato e iniziare a pagare per il futuro“.
“Il paradosso – ha continuato il presidente del Consiglio – è che spendiamo più soldi per pagare i debiti di chi ha sperperato prima, che per l’istruzione di chi verrà dopo. Paghiamo 80 miliardi di interessi sul debito e diamo 65 miliardi alla scuola“.
“Il compito del mio governo – ha concluso Renzi – è mettere un pochino più soldi nella scuola, e un po’ meno, mettendo i conti a posto, sui debiti“.
Nel corso della visita, l’agenzia di stampa LaPresse riferisce che detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, abbia criticato il meccanismo dei corsi di aggiornamento, definito come un metodo “assolutamente stravagante per ottenere punti” nelle graduatorie dei precari della scuola.
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