Accesso università, Lega contraria a graduatoria unica nazionale

Il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti al decreto legge 104 sull’istruzione è stato ulteriormente prorogato. Il termine già prorogato a venerdì 4 ottobre è stato, infatti, fissato a venerdì 11 ottobre, ore 17.

Nel frattempo, però, sono già stati depositati vari emendamenti tra cui uno della Lega Nord relativo alla graduatoria unica nazionale per l’accesso ai corsi universitari a numero programmato. I deputati leghisti Fedriga, Bragantini, Buonanno hanno depositato in proposito un emendamento soppressivo.

«Non ci fidiamo», ha spiegato Mario Pittoni, che nella passata legislatura era capogruppo del Carroccio in commissione Istruzione del Senato e che continua a occuparsi di scuola e università.

“I dubbi – chiarisce – nascono dal fatto che al sistema universitario italiano è difficile riconoscere identità di requisiti e risultati sul territorio, con tutte le perplessità che ne conseguono per quanto riguarda il rispetto delle procedure. E chi finisce penalizzato sono spesso gli studenti del Nord”.

Per la Lega un “federalismo” universitario sarebbe sicuramente più appropriato per le caratteristiche socio-economiche e culturali “variegate” del nostro territorio, in presenza di aree al loro interno sufficientemente omogenee, peraltro non difficili da individuare.

È il modello presente con ottimi risultati in Germania, dove le Università sono gestite all’interno delle prerogative di governo dei Lander. Il nuovo approccio alla selezione dei candidati all’accesso ai corsi universitari a numero programmato prevede invece un test unico a livello nazionale, svolto nelle singole sedi, il cui risultato viene elaborato in una graduatoria unica nazionale.

L’eliminazione del cosiddetto “bonus maturità”, chiesta e ottenuta dalla Lega Nord, punta per quanto possibile a garantire la confrontabilità dei risultati a livello nazionale, vista la pesante disomogeneità di valutazione presente a livello territoriale e tra istituti.

Siamo però convinti – conclude Pittoni – che solo una gestione per macro-aree omogenee sotto il profilo culturale ed economico offra sufficienti garanzie di correttezza».