Accademia Vivarium Novum: tre giorni di dialogo e ricerca per inaugurare l’a.a. 2025-26
Dal 21 al 23 novembre 2025, nella cornice rinascimentale di Villa Falconieri a Frascati, l’Accademia Vivarium Novum inaugura l’anno accademico 2025-26 con un convegno dal titolo “Le Accademie, luoghi di rinnovamento e libera ricerca – In memoria di Michele Maylender (1863-1911)”.
L’iniziativa prende le mosse da un passo della Settima Lettera di Platone, dove il filosofo ricorda che la conoscenza autentica non si trasmette come le altre dottrine, ma nasce «da un’intima e assidua convivenza coi problemi fondamentali», accendendosi all’improvviso – come una scintilla di fuoco – nella mente di chi apprende. Un’immagine che diventa la chiave di lettura dell’intero appuntamento.
Accademie come antidoto alla frammentazione del sapere
Il convegno si propone come “un’occasione di lucidi scambi sull’allarmante frammentazione dell’immenso sapere contemporaneo”, un sapere che – osservano i promotori – appare oggi disorientato di fronte alle grandi questioni globali, senza poter contare su un’autorità esterna o su “una nuova provvidenza” capace di offrire risposte preconfezionate.
In questo quadro, l’Accademia viene riletta nella sua accezione originaria: non l’istituzione burocratica moderna, ma il luogo umanistico del dialogo libero, della formazione integrale, della ricerca condivisa. Un modello che affonda le radici nella Firenze del XV secolo, quando letterati e studiosi si riunivano in cerchie informali per confrontarsi sui testi antichi e sulla loro attualità.
Gli umanisti – ricorda il testo introduttivo – contrapposero fin da subito l’Accademia alle università dell’epoca:
un sapere non suddiviso in compartimenti, non trasmesso in modo autoritativo, ma coltivato attraverso la conversazione civile, l’eloquenza, la capacità di collegare discipline e di far dialogare le idee con l’esperienza reale.
Una tradizione che attraversa i secoli
Dall’Accademia di Aldo Manuzio a Venezia all’Accademia della Crusca, dal Collegio di Francia voluto da Francesco I all’università-accademia di Humboldt a Berlino, il modello accademico si è evoluto nei secoli fino a diventare – secondo Marc Fumaroli – il luogo naturale della “cooperazione creatrice”, capace di accogliere ricerca, arti e scienze al di fuori della routine degli apparati universitari.
L’evento dell’Accademia Vivarium Novum si inserisce in questa tradizione, guardando alle accademie come spazi non solo di studio, ma di libera cooptazione, dialogo e rigenerazione culturale.
Un omaggio a Michele Maylender
Il convegno è dedicato alla memoria di Michele Maylender (1863-1911), studioso e filologo, autore della monumentale Storia delle Accademie d’Italia, un’opera che ancora oggi rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per chi si occupa di storia delle istituzioni culturali.
Ricordarlo a Villa Falconieri, sede dell’unica istituzione internazionale che ancora oggi vive interamente “in latino”, è un gesto simbolico che collega passato e presente, restituendo centralità alla tradizione umanistica italiana.
Una riflessione che parla anche alla scuola
Pur rivolto a studiosi, docenti e cultori delle discipline umanistiche, il convegno solleva interrogativi che riguardano da vicino anche il mondo della scuola:
– come ricostruire un sapere capace di tenere insieme discipline e esperienza?
– come educare alla complessità evitando compartimentazioni eccessive?
– come restituire agli studenti l’esperienza viva del dialogo, dello studio condiviso, della ricerca libera?
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