Abrogando la norma di salvaguardia i tagli fanno meno paura

Il ministro Fioroni, dunque, intende chiedere la cancellazione della clausola di salvaguardia, inserita nel disegno di legge finanziaria all’art. 67, per evitare che il bilancio del Ministero debba pagare per gli eventuali mancati risparmi sull’istruzione, quantificati dalla relazione tecnica in quasi un miliardo e mezzo di euro, come analiticamente indicato nelle tabelle della relazione stessa.
La clausola di salvaguardia costituisce una novità assoluta nei confronti del ministero della Pubblica istruzione, quasi un contrasto di interessi tra chi chiede più risorse per la scuola (Fioroni) e chi (TPS) dubita della capacità del Ministero di razionalizzare la spesa come previsto dalla legge, evitando sprechi o cattivo uso delle risorse finanziarie, come le esperienze del passato sembrerebbero dimostrare.
Insomma da una parte la politica di rigore, dall’altra la difesa del sistema di istruzione, giustificata dalla sua complessità, dalle sue fragilità e dalle difficoltà di gestione.
La Commissione istruzione della Camera ha dato il suo ok per l’abrogazione della clausola.
Si tratterebbe di una cambiamento notevole che lascerebbe più spazi di movimento all’Amministrazione, rendendo più gestibile l’intera manovra per la scuola.