
A proposito del dirigente acrobata e del dualismo leader educativo o manager
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa risposta del Dirigente di Istituzione scolastica – Consigliere CSPI eletto nella componente dirigenti Lamberto Montanari al precedente intervento di Stefano Casarino, circa le responsabilità del dirigente scolastico a seguito della riforma sulla Buona Scuola.
Invitiamo altri lettori interessati a intervenire sul tema, o a offrire nuovi spunti di dibattito, a scriverci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.
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Spett.le Redazione,
mi riferisco al testo di Stefano Casarino pubblicato sulla pagina di “Botta e Risposta” in Tuttoscuola. Intanto non c’è mai stata e nessuno ha mai inteso muovere alcuna “crociata” contro i “docenti contrastivi”. L’aver montato uno scandalo per aver utilizzato, nell’ambito di materiali di formazione, un temine che qualifica comportamenti ben noti a tutti coloro che vivono nel mondo della scuola e cioè un aggettivo che definisce correttamente chi da anni ostacola e “contrasta” ogni cambiamento e proposta e che, per fare un solo esempio, agisce ogni anno impedendo lo svolgimento delle prove di rilevazione degli apprendimenti degli studenti (INVALSI), rientra nella campagna orchestrata dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni ad esse allineate nella “lotta” contro la legge 107.
Una furiosa aprioristica opposizione alla legge messa in atto anche attraverso una campagna mediatica che ha utilizzato ogni strumento per diffonderne una lettura distorta, mistificata, fuorviante. Funzionale e utile all’attacco si è inventato il preside despota, il preside sceriffo, il preside che sarà (ed è già ora!) corrotto, il preside mazzetta, mafioso, Putin e avanti con la stampa che si è prestata e che si è alleata con il popolo nell’aver individuato il male della riforma. Il preside che detta stampa definisce mediocre e incapace. Il quale preside continua a lavorare sempre e sempre, come prima della proposta di legge e dopo che legge è passata.
E’ passata, non così come era stata proposta e stenta a diventare operativa: i presidi continuano a dirigere le scuole (anche due “al prezzo di una”) anche se i soliti noti fingono di non vedere e insistono a delegittimarne ruolo, funzione, azione. Aiuta a delegittimare e questa è la parola d’ordine, anche il “saggio” di M. Cerulo sugli equilibristi, i presidi che tengono in piedi, fanno funzionare ogni giorno un sistema non è mai stato capace di adeguarsi ai cambiamenti che lo hanno trasformato: sia quelli quantitativi, leggi la razionalizzazione degli istituti, che quelli identitari, organizzativi e gestionali, leggi l’autonomia. Allora per comprendere le cause di una crisi che è di sistema si opta per la via facile della semplificazione che fa audience: abbiamo preso in mezzo il preside e ritorniamo facilmente sulla banalità più facile da capire: se il preside debba essere un leader educativo (essendo stato un docente prima di diventare il dirigente) o un manager e se, essendo leader educativo, possa essere anche manager.
Un modo di porre la questione perfettamente funzionale a chi rimpiange il passato del preside privo di ogni strumento che attenga alla organizzazione e alla gestione dell’istituzione, funzionale a chi nega che sia necessaria una responsabilità che si chiama dirigenza, indispensabile all’autonomia del servizio di istruzione. Per dirigere un’Azienda sanitaria occorre essere medico? E il dirigente dell’Azienda sanitaria è più medico o più manager? E va a finire che per dirigere un ufficio dell’INPS sarebbe meglio essere pensionati.
Pensare di fare un discorso serio sulla complessità del sistema scolastico sul suo funzionamento, sulla qualità e sui risultati, limitandosi alla figura del dirigente (da mettere sotto attacco) e continuando a tirare in ballo il dualismo pretestuoso educatore o manager è il segno della malafede che ha contrassegnato e contrassegna la volontà di non affrontare seriamente i problemi sia dell’istruzione che di questo Paese.
Lamberto Montanari
(Dirigente di Istituzione scolastica – Consigliere CSPI eletto nella componente dirigenti)
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