A Mosca il summit del G8 sull’istruzione/1

Tra l’indifferenza della stampa, almeno di quasi tutta quella italiana (ha fatto eccezione il Tg1), si è svolto a Mosca l’1 e 2 giugno un importante incontro tra i ministri dell’istruzione degli otto Paesi più industrializzati dell’occidente (Stati Uniti, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia e Canada, più la Russia). Hanno partecipato al vertice anche i ministri di Brasile, India, Cina, Messico, Sudafrica e Kazakhstan, nonché il Commissario europeo per l’Istruzione e la Cultura Jan Figel.
La riunione di Mosca ha avuto anche il compito di mettere a punto l’agenda dei temi che saranno trattati nel summit che si svolgerà a San Pietroburgo dal 15 al 17 luglio con la partecipazione dei capi di governo: il primo G8 in cui il tema dell’istruzione sarà in primo piano. Tra i temi individuati: costruire società innovative; sviluppare competenze per la vita e l’occupazione attraverso un’educazione di qualità; portare avanti il piano delle Nazioni Unite “Education for all“; sviluppare il ruolo dell’educazione a favore dei migranti.
All’incontro di Mosca ha partecipato per l’Italia il ministro dell’istruzione Giuseppe Fioroni, che ha colto l’occasione per riprendere l’appello, appena lanciato dal governatore della Banca d’Italia Draghi, in favore dell’investimento in istruzione, il più conveniente sia per lo Stato che per i cittadini: “nulla rende come un anno di istruzione in più per i nostri ragazzi. Non ci sono bot e cct che rendono come questo“. E’ per la sua rilevanza strategica per lo sviluppo, ha puntualizzato il ministro, che “è necessario che la scuola sia considerata e riconosciuta come un bene e un servizio pubblico“. Significativo in questo senso il messaggio che Vladimir Putin ha inviato ai partecipanti: secondo il presidente russo, “vanno individuati gli strumenti per incentivare la comunità economica internazionale a incrementare gli investimenti nel settore dell’educazione“.
Fioroni inoltre ha fatto un accostamento con la realtà italiana: “Se tutti i paesi del mondo, comprese Cina, India e Brasile, decidono di superare diffidenze e distanze per cooperare e far crescere l’istruzione e l’educazione, anche noi in Italia – ha detto il ministro – dobbiamo trarre elementi di dialogo e condivisione. Facciamo dell’educazione una grande questione nazionale“.