
Mille proroghe in discussione al Senato: un assalto alla diligenza?

Si discute oggi al Senato il cosiddetto decreto legge mille proroghe, correttamente denominato “Proroga e definizione di termini”, che dovrà essere convertito in legge entro il 28 febbraio p.v.
Per tutti gli articoli del DL sono numerosi gli emendamenti presentati, molti dei quali hanno poco a che fare con proroghe di termini fissati da leggi.
L’articolo 4 del decreto riguarda “Proroga di termini in materia di istruzione, università e ricerca” e si compone soltanto di cinque commi tutti relativi a proroghe di termini di norme già definite ma che richiedono più tempo per essere correttamente attuate.
Su quell’articolo i senatori hanno presentato 110 commi (di cui dieci in un articolo 4-bis). Per prorogare altre scadenze? Per modificare le proroghe proposte? No.
Di quei 110 emendamenti proposti poco più di una decina riguardano effettivamente e correttamente proroghe di termini, mentre il restante centinaio propone varie modifiche del sistema di istruzione.
Sembra un assalto alla diligenza, come spesso avveniva nella prima Repubblica.
Diversi emendamenti, con l’intento di risolvere il pesante problema delle reggenze, propongono di recuperare attraverso scorciatoie concorsuali idonei del precedente concorso a dirigente, candidati con ricorsi pendenti e gruppi vari di esclusi. Sanatorie, insomma da attuarsi subito, anche prima del concorso ordinario a posti di dirigente scolastico atteso a giorni.
Altri emendamenti propongono l’immissione nelle graduatorie ad esaurimento (GAE) di diplomati magistrali ante 2001-02, di abilitati TFA e PAS e di altri gruppi di docenti precari.
Alcuni emendamenti propongono un ulteriore potenziamento dell’organico dell’autonomia per alcune migliaia di posti per la scuola dell’infanzia e per il personale ATA.
Un emendamento propone la carta elettronica per gli acquisti di libri per contrastare l’analfabetismo.
Senza entrare nel merito, gli emendamenti che sono totalmente estranei alla finalità del decreto legge (proroga di termini) dovrebbero essere non accolti. Ma, si sa, in tempi di legislatura prossima alla scadenza può anche innescarsi una gara di ricerca del consenso elettorale… Un rischio da evitare.
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