
Lautonomia scolastica orfana di prospettive
Autonomia scolastica, prima di tutto, per qualificare il sistema di istruzione.
Per rilanciare la scuola, diceva il programma dell’Unione, sfrutteremo la sua forza principale, quella dell’autonomia. "Dovremo sviluppare politiche integrate, ed elaborare un piano finanziario, in rapporto al Pil, per obiettivi strutturali: edilizia scolastica, diritto allo studio, qualificazione degli insegnanti, progetti dell’autonomia, ampliamento del tempo scuola, organico funzionale e stabilità dei docenti". L’autonomia al centro dell’impegno finanziario, dunque, un anno fa.
"Dovremo dare spazio all’autonomia, accogliendo il dibattito culturale e le sperimentazioni coraggiose…devono essere garantiti gli organici funzionali e le risorse indispensabili all’esercizio dell’autonomia".
In numerosi atti del ministro Fioroni c’è un’attenzione continua e un richiamo insistente per la centralità dell’autonomia, ma non vi è finora altrettanta centralità nei fatti e nell’impegno concreto dell’Esecutivo e del Parlamento.
Organico funzionale, cioè ampliamento dell’organico di istituto per integrare l’attività di semplice insegnamento? No, riduzione di posti, come aveva fatto anche il centro-destra.
Risorse indispensabili per l’esercizio dell’autonomia? Basta guardare la drammatica situazione dei finanziamenti, dei pagamenti delle supplenze per constatare che, per il momento, l’autonomia deve fare da sé in forma autarchica.
I niet del ministro dell’economia sono stati finora insormontabili. Occorre pazientare forse un altro anno e sperare che la prossima finanziaria faccia un salto di qualità dando attuazione all’impegno programmatico dell’Unione di un anno fa.
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