
Anche gli europei cambiano a tavola: meno consumi, più attenzione per la salubrità dei cibi e psicosi per le emergenze alimentari Sulla base di un’indagine della Commissione Ue,risalta come anche in Europa gli acquisti di prodotti agroalimentari sul totale della spesa sono passati dal 14,7 per cento del 1993 al 14,4 per cento del 2004. Una tendenza al ribasso che proseguirà anche nei prossimi anni.
Non solo gli italiani, ma anche gli europei hanno cominciato a cambiare le abitudini a tavola, riducendo sempre più i consumi di alcuni prodotti alimentari. Dal 1993 al 2004, nell’Ue a 15 la spesa per cibi e bevande non alcoliche è passata, infatti, dal 14,7 per cento del totale al 12,4 per cento. Tra gli aspetti che hanno prodotto un cambiamento nelle abitudini alimentari dei consumatori europei negli ultimi anni -rileva la Cia- ci sono quelli relativi alla disponibilità di reddito e la contrazione della dimensione del nucleo familiare.
A questi si aggiungono i mutamenti nello stile di vita e le ricorrenti emergenze alimentari (ad esempio, aviaria e Bse) che hanno generato vere e proprie psicosi provocando, quindi, allarmismi totalmente ingiustificati. Ad incidere, infine, sulle abitudini a tavola è stata anche una crescente attenzione per la salubrità dei cibi. Tra i prodotti, la carne bovina è quella che ha visto diminuire più sensibilmente la propria popolarità: nel 1990 il 26,2 per cento della carne consumata era di origine bovina, questa percentuale è scesa al 21,5 per cento. Cali si registrano pure per le patate e il latte e i suoi derivati, mentre, aumenta, anche se di poco, il consumo di frutta e di ortaggi, di carne suina, pollame (sceso, però, nell’ultimo anno in seguito alle vicende legate all’influenza aviaria), pesce e frutti di mare. Nei paesi nuovi entrati, dove risiede la gran parte di famiglie con reddito basso, la spesa per beni alimentari rappresenta ancora una percentuale significativa degli acquisti delle famiglie (30 per cento), mentre la media Ue a 15 si attesta sul 10-15 per cento. Altro aspetto interessante che caratterizza le famiglie europee con basso reddito è -rimarca la Cia- la scarsa propensione ad acquistare cibi che favoriscono il benessere dell’organismo, come frutta e ortaggi, a vantaggio di prodotti altamente calorici (ricchi di grassi, oli, carboidrati, zuccheri e carni grasse). Il trend decrescente dello “share” della spesa alimentare su quella complessiva delle famiglie europee è destinato a continuare anche nel futuro. Tra il 2000 ed il 2020, a fronte di un aumento del 57 per cento dei consumi delle famiglie in complesso, si assisterà -avverte l’indagine- ad un’ ulteriore contrazione dei consumi alimentari sul totale.
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