Cosa faranno Emilia e Umbria se lo sciopero nazionale verrà revocato?

I sindacati confederali della scuola delle regioni Emilia-Romagna e Umbria hanno proclamato sciopero nella stessa giornata dello sciopero nazionale per protestare contro le riduzioni di organico (e del tempo pieno in particolare).
Si è trattato di una motivazione che è venuta ad aggiungersi a quella del rinnovo del contratto, assunta a base dell’astensione del 16 aprile prossimo.
Dopo il fallito tentativo di conciliazione, il 23 marzo vi era stata la proclamazione di sciopero regionale per il 16 aprile da parte di Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia, seguita il 29 marzo da quella dell’Umbria.
Ora che il ministro della Funzione Pubblica, Luigi Nicolais, ha offerto, d’accordo con il presidente del Consiglio e con il ministro dell’Economia, 1,7 miliardi di euro per i contratti degli statali, e che dopo l’incontro con il governo sembra si vada verso la la revoca dello sciopero nazionale, cosa succederà?
I sindacati regionali della scuola umbra ed emiliano-romagnola si troveranno “scoperti” e dovranno, per coerenza, mantenere l’indizione di sciopero oppure, per evitare il rischio di insuccesso, dovranno anch’essi revocare, trasformando, ad esempio, la loro iniziativa in una grande manifestazione di protesta?