
Da qui al 2010 il Sud e le Isole perderanno 2.700 classi di primaria
I decrementi e incrementi del numero di alunni avranno pesanti effetti sul numero delle classi che potranno funzionare nel prossimo quinquennio, senza tener conto che la variabile alunni stranieri non giocherà sostanzialmente a favore delle aree meridionali e sarà invece a favore delle altre aree.
Complessivamente il numero delle classi in tutta Italia, per effetto dei soli iscritti (non considerando, quindi, gli incrementi per istituzione di classi a tempo pieno e il possibile aumento per far posto a nuovi alunni stranieri) dovrebbe aumentare di circa 2.210 unità.
Le dichiarazioni del ministro Fioroni e i segnali di disponibilità, contenuti nella recente circolare n. 45, per far fronte a tutte le necessità di fatto che emergeranno, non fanno pensare, come in passato, a possibili riduzioni di organico (e quindi, di classi).
Dovrebbe esserci pertanto solo un naturale andamento del numero delle classi in stretto rapporto al numero degli alunni iscritti.
Proprio per tale rapporto, visto che in base ai recenti dati demografici dell’Istat, continuerà il sensibile calo di alunni nelle aree meridionali, vi sarà in quelle regioni un sensibile decremento del numero di classi che al Sud, nelle scuole primarie statali, sarà mediamente di 300 all’anno per un totale, dal 2006 al 2010, di 1.531 classi; nelle Isole le classi di scuola primaria diminuiranno di quasi 700 unità.
Nel Nord Ovest l’aumento di classi sarà di almeno 1900 unità; nel Nord Est di quasi 1500, e nelle regioni del Centro Italia sarà di quasi 1100 nuove classi.
Nella sola Lombardia sono attese, tra il 2006 e il 2010, 1.435 nuove classi di scuola primaria, quasi 800 in Emilia Romagna; la Sicilia dovrebbe perdere 575 classi, la Puglia 448.
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