
Dante profeta di speranza: a Fidenza una mostra che unisce letteratura e intelligenza artificiale

Dal 9 al 30 ottobre 2025 la chiesa di San Giorgio a Fidenza ospita la mostra “Dante profeta di speranza”, un percorso espositivo che vuole restituire al poeta fiorentino tutta la sua forza di interlocutore contemporaneo. L’iniziativa non nasce come l’ennesimo evento celebrativo su Dante Alighieri, ma come un invito rivolto soprattutto ai giovani: leggere la Divina Commedia con le proprie domande esistenziali aperte, alla ricerca di un senso pieno per la vita.
Il progetto, promosso nell’ambito del programma regionale “Identità in costruzione”, si avvale dei testi di Franco Nembrini e delle potenti illustrazioni di Gabriele Dell’Otto. L’allestimento, curato da due studenti universitari, Edoardo Rossi e Virginia Alfano, alterna pannelli illustrati e spazi di riflessione, con l’obiettivo di mostrare come Dante possa ancora oggi essere “profeta di speranza”.
Un aspetto distintivo della mostra è il coinvolgimento diretto degli studenti: le guide saranno infatti ragazze e ragazzi del triennio dell’Istituto Paciolo-D’Annunzio, formati attraverso i PCTO per accompagnare coetanei e visitatori in un percorso che non si limita alla spiegazione, ma diventa dialogo personale con il poeta. Come ricorda Nembrini, “vale la pena leggere Dante se si parla con Dante, cioè se si entra nella letteratura con le proprie domande, i propri drammi, il proprio interesse per la vita”.
L’esperienza espositiva non si esaurirà a Fidenza. Il progetto prevede infatti una fase successiva di sperimentazione didattica che unirà i versi della Commedia alle nuove tecnologie. Gli studenti saranno chiamati a reinterpretare scene dell’Inferno con l’aiuto dell’intelligenza artificiale generativa, realizzando immagini, video, podcast e narrazioni digitali. L’obiettivo è duplice: rafforzare la comprensione critica del testo e, allo stesso tempo, sviluppare competenze creative e digitali ormai essenziali.
Il percorso, che si concluderà simbolicamente il 25 marzo 2026 in occasione del Dantedì, intende così far dialogare tradizione e innovazione, dimostrando che Dante non appartiene solo ai manuali scolastici ma continua a parlare ai giovani, se questi vengono messi nelle condizioni di ascoltarlo e reinterpretarlo con i linguaggi del presente.
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