175 anni di storia al servizio della città: il Collegio S. Giuseppe racconta Roma attraverso le sue immagini

In occasione del 175° anniversario dalla fondazione, il Collegio S. Giuseppe ha allestito nell’atrio della scuola un’ampia e suggestiva mostra fotografica. Non si tratta soltanto di un racconto visivo della lunga presenza dell’istituto nel cuore di Roma, al servizio della gioventù, ma anche di un viaggio attraverso la storia della città, la cronaca e le curiosità che ne hanno accompagnato la vita.

Le immagini, selezionate da un ricco archivio e accompagnate da puntuali didascalie, ripercorrono le tappe fondamentali della scuola: dall’arrivo a Roma, nel 1849, dei Fratelli delle Scuole Cristiane – chiamati a educare i figli degli ufficiali francesi giunti a difendere lo Stato Pontificio dalla nascente Repubblica Romana – fino all’unione, nel 1901, con l’Istituto De Merode per volontà di Leone XIII. Dal 1850, presso la Fontana di Trevi, al trasferimento del 1885 in Piazza di Spagna, fino ai giorni nostri: due istituzioni che oggi viaggiano insieme verso il traguardo dei due secoli di vita.

La mostra intreccia la storia della scuola con quella della città e del Paese: la Repubblica Romana del 1849, i rapporti con la Francia, la secolare disputa sui territori intorno alla Scalinata di Trinità dei Monti e alle pendici del Pincio, i ritardi nella costruzione della Scalinata per le interferenze francesi, il primo piano regolatore di Roma voluto dal regime e i progetti di smembramento del centro storico.

Accanto alla grande storia, emerge la vita quotidiana dell’istituto: l’usanza degli insegnanti di portare fiori alla Madonna dell’Immacolata; la nascita e la diffusione della pallacanestro romana con la Stella Azzurra; la piccola vicenda delle cinque palme di Piazza di Spagna; la tappa del Milite Ignoto – per volontà della regina Elena – prima della sepoltura a Piazza Venezia; le foto dei feriti della Grande Guerra che giocano a bocce nell’“Ospedale De Merode”; il riconoscimento di “Casa dei Giusti” per aver nascosto decine di perseguitati ebrei durante l’occupazione nazista e, dopo l’armistizio, l’accoglienza dei rifugiati italiani.

Il percorso documenta anche l’impegno educativo e sociale della scuola nel tempo: dal preside Alessandro Alessandrini accanto ai terremotati di Tagliacozzo, all’Associazione Exalunni in aiuto agli sfollati della Borgata Prenestina, fino alla continua innovazione didattica con il gabinetto scientifico, il museo di scienze e la collaborazione con l’Università “La Sapienza”. Da “maestri delle scuole popolari” i Fratelli sono diventati “docenti della borghesia romana”, senza dimenticare la loro origine e la vocazione educativa.

Perché una mostra oggi? Non per autocelebrazione, spiegano gli organizzatori, ma per ribadire che una “autentica scuola fa davvero la storia”: vive nella storia e, attraverso la quotidianità, prepara i protagonisti del futuro.

(Dida foto)
1955 – Tonino Costanzo, capitano della Stella Azzurra Basket, presenta a Pio XII il pallone della partita Stella Azzurra–Benelli Pesaro in occasione dell’80° anniversario dell’Azione Cattolica. Con un gesto “inaudito” per l’epoca saltò le transenne per raggiungere il Papa: dopo un primo smarrimento, la spontanea risata di Pio XII rassicurò tutti. Chi ha conosciuto la sua storica riservatezza assicura che fu l’unica volta in cui lo si vide ridere.

1917 – Il S. Giuseppe–De Merode è stato dichiarato “Casa della Vita”. Il preside di allora, Sigismondo Ugo Barbano, è stato inserito nel Museo dei Giusti per aver ospitato perseguitati ebrei durante la guerra, alcuni dei quali erano presenti alla cerimonia.

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