
‘Che ne hai fatto di tuo fratello?’: l’appello del movimento Senza Zaino per Gaza e contro le guerre

Nel silenzio spesso assordante che accompagna i conflitti internazionali, il movimento educativo “Senza Zaino” alza la voce e lancia un appello accorato: “Nelle tragedie la speranza non può morire”. È il titolo del documento indirizzato al Ministro dell’Istruzione e del Merito, al Governo e a tutte le scuole italiane, con cui la rete — attiva in circa 800 istituti — prende posizione pubblica di fronte alla crisi umanitaria in corso a Gaza e, più in generale, contro ogni guerra.
Un appello alle coscienze
Nel testo, firmato da Nicola Fonzo (Rete nazionale), Iselda Barghini (Associazione) e Marco Orsi (Fondazione), si evocano dati drammatici: “Dicono 60 mila morti di cui 18 mila 500 bambini, ma forse i tragici numeri sono più alti”. E ancora: macerie, carestie, persone in fuga, ospedali devastati. Tutto questo, si legge, “non solo a Gaza, ma anche in Ucraina e in tante altre aree del mondo”. Di fronte a simili orrori, l’impegno educativo appare fragile, quasi vano. Ma è proprio in questi momenti che — sottolinea l’appello — la scuola deve ritrovare la propria voce e funzione civile.
I valori fondanti: responsabilità, ospitalità, comunità
Fin dalla sua nascita, il movimento Senza Zaino si è fondato su tre parole-chiave: responsabilità, ospitalità e comunità. Valori che oggi — denuncia il documento — appaiono calpestati, svuotati di senso. La responsabilità, in particolare, è evocata attraverso le parole di due filosofi ebrei del Novecento, Hans Jonas ed Emmanuel Levinas, e dalla domanda biblica che campeggia come monito: “Che ne hai fatto di tuo fratello?”
Una domanda che, scrivono i promotori dell’appello, deve scuotere le coscienze di chi — pur in condizioni di sicurezza — sceglie di non voltarsi dall’altra parte.
La richiesta al Ministro: un segnale all’inizio dell’anno scolastico
Nel concreto, il movimento chiede al Ministro Giuseppe Valditara di farsi promotore di un gesto simbolico: “All’inizio dell’anno scolastico prossimo faccia sentire l’indignazione della scuola italiana per quanto sta accadendo a Gaza e nel mondo”. Un invito a riconoscere pubblicamente il ruolo educativo della scuola nella costruzione della pace, anche attraverso atti di presa di posizione istituzionale.
Educare alla speranza, nonostante tutto
L’appello si chiude con parole che parlano al cuore del personale scolastico: “Nonostante tutto. Nonostante drammi e tragedie: ce lo chiedono le nuove generazioni per le quali spendiamo con dedizione e amore il nostro impegno”.
Un impegno che, nella visione del movimento Senza Zaino, non può ignorare ciò che accade nel mondo. Perché educare — oggi più che mai — significa insegnare a non essere indifferenti.
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