OpenAI lancia la ‘modalità studio’ di ChatGPT: un’IA per imparare, non per copiare

Un ChatGPT “in versione scolastica”. È questa, in sintesi, la nuova funzionalità annunciata da OpenAI: si chiama “modalità studio” e punta a favorire un’interazione didattica e consapevole con l’intelligenza artificiale, rispondendo alle crescenti preoccupazioni su un suo uso scorretto da parte degli studenti. Il rilascio, già attivo, nasce da un’intenzione chiara: aiutare ragazze e ragazzi a comprendere testi e concetti, anziché offrire soluzioni preconfezionate o, peggio, favorire pratiche scorrette come il plagio. “Vogliamo che ChatGPT diventi un alleato nell’apprendimento, non uno strumento per evitare lo studio”, ha spiegato Ayna Devani, responsabile del progetto per OpenAI.

Un tutor virtuale “passo dopo passo”

La nuova modalità è pensata per chi frequenta scuole e università, con l’idea di simulare una guida interattiva simile a quella offerta in aula. L’approccio è dialogico: il chatbot fa domande preliminari per calibrare la spiegazione, accompagna nel ragionamento, stimola la comprensione. Un esempio? Alla richiesta di chiarimenti sul teorema di Bayes, ChatGPT non si limita a rispondere: interroga l’utente sul suo livello di conoscenze, sugli obiettivi e solo dopo costruisce una spiegazione.

Sviluppo con esperti, ma senza illusioni

Secondo OpenAI, la modalità studio è stata sviluppata insieme a docenti, pedagogisti e ricercatori. Tuttavia, l’azienda avverte: l’IA può ancora commettere errori o offrire risposte incoerenti. Resta dunque fondamentale il ruolo critico dell’utente e, soprattutto, la guida di chi educa.

Una funzione utile, quindi? Dipende da come viene utilizzata. Negli Stati Uniti, il 25% dei messaggi inviati a ChatGPT riguarda proprio attività scolastiche. Ma non mancano le ombre: secondo un’indagine del Guardian, solo nell’anno accademico 2023-24 si sono registrati quasi 7.000 casi accertati di studenti universitari che hanno utilizzato l’IA per imbrogliare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA