Mobilità, quale tipo di scuola cercano gli insegnanti privi di sede?

Siamo in piena fase di preparazione della mobilità degli insegnanti che quest’anno si estenderà anche ai neo immessi in ruolo per effetto del piano straordinario di reclutamento previsto dalla legge 107/15 sulla Buona Scuola.

I docenti privi di sede sono ovviamente alla ricerca di scuole che rispondano alle proprie esigenze personali, familiari e professionali. E si informano presso le segreterie.

Qual è la prima domanda che diversi docenti di scuola primaria rivolgono alle segreterie?

Vogliono forse sapere se la scuola è organizzata a tempo pieno? No.

Vogliono sapere se le classi sono particolarmente numerose? No.

Se tra gli alunni sono numerosi quelli con cittadinanza non italiana? Nemmeno.

Cercano forse di sapere se le famiglie sono collaborative o ostili? Se il dirigente è severo o comprensivo? Niente di tutto questo.

La prima domanda che i docenti in mobilità rivolgono al personale di segreteria, lasciandolo sorpreso e incredulo, è sempre questa: “La scuola è sede di seggio elettorale?”.

Come si sa, una scuola sede di seggio elettorale è obbligata a osservare, come minimo, almeno quattro giorni di chiusura che vogliono dire altrettanti giorni aggiuntivi di non lavoro per gli insegnanti.

E il prossimo anno ci sarà sicuramente il referendum approvativo di ottobre, ma potranno esserci altri appuntamenti elettorali con chiusura delle scuole sedi di seggio.

Una buona partenza di impegno professionale da Buona Scuola, non c’è che dire.