
Nuove Indicazioni Nazionali e musica: il Forum per l’Educazione Musicale chiede più autonomia, partecipazione e attenzione al territorio

Anche il Forum Nazionale per l’Educazione Musicale, che riunisce alcune delle principali realtà italiane attive nella didattica musicale, interviene nel dibattito sulle Nuove Indicazioni Nazionali per l’infanzia e il primo ciclo. Accolta positivamente l’intenzione di rafforzare la presenza della musica nella scuola primaria, ma espressa la preoccupazione per l’impostazione centralistica e prescrittiva che rischia di emergere dal nuovo documento, a scapito dell’autonomia scolastica, della pedagogia attiva e della valorizzazione del Terzo Settore musicale.
Secondo il Forum le nuove Indicazioni sembrerebbero segnare un passo indietro rispetto al quadro del 2012, che aveva consentito alle scuole di adattare percorsi e metodologie ai bisogni delle proprie comunità educative. L’introduzione di modelli più rigidi, avverte il Forum, potrebbe compromettere quella capacità di progettazione autonoma e flessibile che in questi anni ha favorito pratiche educative innovative e inclusive.
Qui le osservazioni integrali del Forum Nazionale per l’Educazione Musicale
Pedagogia musicale e apprendimento attivo
Sul piano metodologico, per il Forum il documento appare orientato verso percorsi predefiniti e standardizzati, riducendo spazi di creatività, esplorazione e scoperta che sono fondamentali per un apprendimento musicale autentico nella fascia d’età 3-10 anni. Un’impostazione che contrasterebbe con i principi consolidati della pedagogia attiva e con quanto indicato anche dagli Orientamenti nazionali per il sistema integrato zerosei.
Un’idea di musica troppo ristretta
Diverse critiche vengono mosse anche alla visione culturale della musica proposta che sarebbe troppo incentrata sul repertorio classico occidentale, a scapito della pluralità di linguaggi musicali contemporanei, delle tradizioni orali e delle pratiche creative. Per un’educazione realmente inclusiva, sottolinea il Forum, è invece essenziale valorizzare la diversità sonora e culturale, come già raccomandato anche dalle indicazioni UNESCO.
Il Terzo Settore musicale: un patrimonio da non disperdere
Un altro punto critico riguarda la scarsa valorizzazione del ruolo del Terzo Settore musicale. Nonostante oltre quarant’anni di collaborazione con la scuola pubblica — con interventi curricolari, formazione degli insegnanti e sviluppo di buone pratiche — il contributo delle associazioni viene pressoché ignorato nelle nuove Indicazioni. Una mancanza che contrasta con il Codice del Terzo Settore (D. Lgs 117/2017), che riconosce il valore degli enti del Terzo Settore nella promozione di finalità educative e sociali.
I dati raccolti dal Forum mostrano una realtà viva e presente nei territori: circa 5.000 classi coinvolte ogni anno e oltre 8.000 docenti formati solo negli ultimi due anni.
Le proposte del Forum
Alla luce di queste considerazioni, il Forum propone:
– l’avvio di un percorso concertato tra Ministero, scuole e soggetti del territorio per il potenziamento stabile dell’educazione musicale;
– la realizzazione di un piano formativo specifico per dirigenti scolastici e personale amministrativo, finalizzato a favorire la co-progettazione con il Terzo Settore;
– l’integrazione di una preparazione didattico-musicale nei percorsi di formazione iniziale per docenti della scuola dell’infanzia e primaria, in collaborazione tra Università, Afam e Terzo Settore.
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