
Rinasce il Ministero dellistruzione
Per decreto legge, il primo del nuovo governo Prodi, si è provveduto alla ridefinizione dei ministeri e, in qualche caso, delle loro attribuzioni. L’art. 7 del decreto così recita: “E’ istituito il Ministero dell’istruzione. A detto Ministero sono trasferite, con le inerenti risorse finanziarie, strumentali e di personale, le funzioni attribuite al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca dall’articolo 50, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300“, cioè le funzioni relative al sistema dell’istruzione, esclusa quella universitaria.
L’art. 8 del decreto legge fa la stessa operazione per il segmento “università e ricerca“. Avremo dunque di nuovo un Ministero dell’istruzione (MI) e un Ministero dell’università e della ricerca (MUR). Da notare il fatto che non si è colta l’occasione per tornare alla denominazione classica “Ministero della Pubblica Istruzione” (MPI), quella che tuttora campeggia sul frontone del Ministero di viale Trastevere.
Una parte consistente dell’attuale maggioranza forse l’avrebbe desiderato, ma le implicazioni, anzi le complicazioni politiche di una tale decisione sarebbero state rilevanti, perché avrebbero risollevato l’antica querelle (politica, non giuridica) sul significato e la portata dell’aggettivo “pubblica“, che secondo alcuni va intesa nel senso di gestita direttamente dalla mano pubblica, e secondo altri, che fanno riferimento alla legge n. 62/2000 sulla parità, nel senso di regolata dalla legge sull’offerta pubblica di istruzione, dizione che comprende anche le scuole private paritarie.
Il ministro Fioroni ha precisato che a suo avviso pubblica istruzione vuol dire “scuola di tutti“.
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