
Manovra Finanziaria 2025: come si modificano gli organici del personale

Nell’elencare i benefici per la scuola, previsti dalla Manovra finanziaria, un comunicato del Ministero dell’Istruzione e del Merito ha evitato di soffermarsi sul taglio degli organici del personale docente (5.660 posti) e ATA (2.174) – assunto immediatamente come cavallo di battaglia delle opposizioni – preferendo, invece, evidenziare altri investimenti, tra cui un particolare intervento per la stabilizzazione dei docenti di sostegno, pressoché ignorato dai commentatori critici verso la manovra.
Stabilizzazione dei docenti di sostegno
Nel comunicato si precisa che nell’ambito di un nuovo fondo per la valorizzazione del sistema scolastico, si prevede uno stanziamento di 25 milioni di euro per il 2025 e di 75 milioni di euro a regime per coprire i maggiori oneri connessi all’avvio di un piano di stabilizzazione di docenti di sostegno a far data dall’anno scolastico 2025/26. 75 milioni è, infatti, il differenziale fra il costo dei docenti precari che si intendono stabilizzare e quello per l’assunzione a tempo indeterminato. Stabilizzazione dei docenti di sostegno significa trasformare i posti in deroga (funzionanti fino al 30 giugno) in posti annuali. Il ministro Valditara aveva annunciato l’intervento di stabilizzazione dei docenti di sostegno nel recente question time alla Camera.
La notizia del taglio di organico dei 5.660 posti di docente sembra contraddire quelle dichiarazioni del ministro sulla stabilizzazione del sostegno, ma la precisazione del comunicato lascia intendere che quel taglio di 5.660 posti si riferisce ai posti comuni, mentre la stabilizzazione dei docenti di sostegno segue un’altra procedura che porterebbe ad un incremento di organico. Due percorsi diversi, dunque; da una parte i posti comuni che vengono ridotti, dall’altra i docenti di sostegno sui posti di sostegno che vengono stabilizzati: uno toglie, l’altro dà. Di quanto? Non è facile precisarlo, perché non è stato indicato il grado di scuola dei docenti da stabilizzare e, conseguentemente, non si può conoscere esattamente il valore del differenziale del costo unitario del docente precario su posto di sostegno nei diversi gradi.
Si può, comunque, stimare in modo attendibile l’importo medio unitario di questo differenziale. Poiché il riferimento è ai docenti supplenti su posti in deroga fino al 30 giugno, il differenziale è dato dalla differenza tra lo stipendio iniziale annuale (24mila) e quello percepito fino al 30 giugno (20mila): è, cioè, quello relativo ai due mesi estivi di luglio e agosto, comprensivo del corrispondente rateo di tredicesima.
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Chi è l’autore
Sergio Govi
Esperto di normativa scolastica, si muove con abilità tra numeri e dati sulla scuola.
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Come si modificano gli organici del personale, l’autonomia tra scuola e territorio e sport a scuola. E poi ancora: rivisitare la scuola per il progresso italiano ed europeo, saper vedere l’educazione e il diritto dovere della cittadinanza. Ma non solo. Nell’ultimo numero di Tuttoscuola, parliamo anche di divari territoriali e del problema che costituiscono per la dirigenza. Mario Castoldi, per la didattica, approfondisce poi i tanti modi di comprendere, mentre Cristiano Corsini affronta il dietrofront pedagogico sulla formazione iniziale. Il dossier “La scuola che sogniamo” questo mese è dedicato al Service Learning e ad aprirlo troviamo un editoriali di Italo Fiorin. Un numero da non perdere!
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