Precari nella scuola, Flc CGIL: ‘250 mila insegnanti a tempo determinato in arrivo’. Le reazioni al deferimento Ue

Il precariato nella scuola italiana è un tema che, da anni, alimenta dibattiti e critiche. Ora ancora di più dopo il deferimento dell’Italia da parte della Commissione Europea perché non ha posto fine, come richiesto, all’uso “abusivo” di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro “discriminatorie” nella scuola. Secondo Gianna Fracassi, segretaria generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL, “Nel prossimo anno scolastico nel nostro Paese ci saranno 250 mila precari tra personale docente e ATA. Questa è la misura del fallimento dei governi che si sono succeduti”. La sua affermazione evidenzia una realtà preoccupante: un lavoratore su quattro nella scuola italiana è a tempo determinato. Fracassi sottolinea la necessità di “agire molto rapidamente” e critica le misure del governo, affermando che “le chiacchiere su questo stanno a zero”. 

Flc CGIL: “Necessità di Stabilizzazione”

Secondo Fracassi, il primo passo dovrebbe essere “immettere in ruolo tutti i docenti e su tutti i posti vacanti e disponibili”, un’azione che si riflette anche sulla stabilità del personale ATA e sulla necessità di stabilizzare i posti di sostegno, che sono oltre 130 mila. Le prospettive per chi lavora nel sistema scolastico, sostiene, devono essere chiare e certe, per garantire un funzionamento efficiente delle scuole.

Frassinetti: “Governo al lavoro”

Da parte del governo, Paola Frassinetti, sottosegretario all’Istruzione e al Merito, ha dichiarato che “questo Governo è impegnato per risolvere questo annoso problema” del precariato. Tuttavia, l’assenza di azioni concrete per la progressione retributiva dei docenti a tempo determinato solleva preoccupazioni. La Commissione Europea ha nuovamente sollecitato l’Italia a intervenire, ma il clima di polemica non sembra facilitare una risoluzione.

Riforme Necessarie e Critiche

Il segretario Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, ha evidenziato che il governo deve “intervenire per ripristinare la legalità” e garantire contratti a tempo indeterminato per il personale precario. “Migliorare la funzionalità delle scuole e contribuire a mettere in moto l’economia del Paese” è un altro aspetto cruciale secondo D’Aprile. Questa posizione è condivisa anche da Gimmi Cangiano di FdI, che critica le politiche passate e chiede una rivisitazione delle modalità di reclutamento, proponendo che le soluzioni siano più flessibili e adatte alle esigenze attuali.

Malpezzi (PD): “Non siamo sorpresi”

Il fronte unito dei sindacati chiede una risposta rapida e efficace da parte del governo, sottolineando che la precarietà è una questione che ha ricadute significative non solo sulla vita lavorativa degli insegnanti ma anche sul sistema educativo nel suo complesso. “Purtroppo non ci sorprende, ma ci rammarica il deferimento dell’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea sul precariato a scuola”, afferma Simona Malpezzi del PD, suggerendo che il governo utilizzi “il veicolo del nuovo decreto salva infrazioni”.

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