UK. L’eccellenza educativa ovunque. E per tutti

L’educazione può cambiare la vita e, per me, è questione di giustizia sociale il fatto che la possibilità di istruirsi sia data a ciascun bambino, ovunque egli viva e qualunque sia la sua provenienza sociale”. Sembrerebbero parole di un esponente della sinistra più progressista, magari di Jeremy Korbin, diventato segretario del Labour Party nel 2015 su posizioni di radicale discontinuità rispetto alla caratterizzazione moderata e terzista assunta dal partito negli anni della leadership blairiana.

E invece si tratta della frase con la quale si apre la presentazione, firmata dal ministro, anzi ministra  dell’istruzione del governo Cameron, Nicky Morgan, del ‘libro bianco’ con il quale il governo conservatore britannico espone il suo piano di azione per i prossimi anni, intitolato “Educational Excellence Everywhere”.

Il documento, articolato in otto capitoli, punta tutte le sue carte sulla generalizzazione, entro il 2020, del modello organizzativo e gestionale delle ‘Academies’, termine con il quale vengono indicate le scuole che escono dal sistema di governo pubblico (quello gestito dalle LEAs, Local Educational Authorities) per acquisire uno statuto di completa autonomia e autogoverno (con relative responsabilità e rischi, anche quello della chiusura in caso di prolungato cattivo funzionamento).

Viene così rilanciato un obiettivo che era stato solo parzialmente conseguito dai governi di Margaret Thatcher negli anni ottanta dello scorso secolo: quello di centralizzare la definizione degli obiettivi di sistema (operazione concretizzata con l’introduzione del National Curriculum) e nello stesso tempo di decentrare il governo amministrativo delle singole scuole invitandole a uscire (“opt out”) dal sistema pubblico, cosa che allora fece però solo una minoranza di scuole.

Ora il governo Cameron ci riprova, e se sopravvivrà alla prova del Brexit (il referendum è fissato per il 23 giugno) sarà interessante seguire gli sviluppi di una strategia che, puntando su famiglie, sponsor e mercato, si impegna a realizzare più elevati standard di qualità e di equità (questa è forse la novità rispetto al malthusianesimo sociale del modello Thatcher): “L’accesso a una scuola di grande qualità non è un lusso, ma un diritto per ciascuno”, afferma Nicky Morgan concludendo la presentazione del ‘libro bianco’.