Sanificazione e igienizzazione aria a scuola: arrivano prime indicazioni, ma si attendono linee guida. Restano raccomandate le mascherine

Dispositivi di sanificazione, igienizzazione e purificazione dell’aria: arrivano le prime indicazioni per le scuole. Inizia infatti a circolare una relazione tecnica in merito ai dispositivi di purificazione e sanificazione oltre che agli standard minimi di qualità dell’aria nelle scuole, primo provvedimento varato dall’equipe composta dal Centro Nazionale Sostanze Chimiche e protezione del Consumatore e dall’Istituto Superiore di Sanità. Totalmente assenti le indicazioni operative per i dirigenti scolastici in vista della riapertura dell’anno scolastico, anche se sembrerebbe che nuove indicazioni, stavolta vagliate dal Ministero dell’Istruzione, siano in arrivo per le scuole. Intanto, secondo questo primo documento che sta circolando in queste ore sul web, vengono indicati come destinatari le aziende produttrici e gli utilizzatori finali, dunque, in questo caso, le scuole. Piccolo spoiler: chi sta aspettando queste linee guida per abbandonare l’obbligo di mascherina a scuola resterà deluso.

Cosa dice questo documento? Prima di tutto che la scelta “sull’opportunità di utilizzo” della soluzione tecnica, deve essere effettuata da personale qualificato in considerazione della valutazione dei rischi e deve tenere anche presenti gli obiettivi che si intendono raggiungere (es. ricambio d’aria, abbattimento carica patogeni nell’aria e/o del materiale particellare). Un riferimento per la selezione dei sistemi e per le procedure da adottare all’interno delle strutture scolastiche è rappresentato dai requisiti e dalle informazioni e, come raccomandazioni generali,  i dispositivi/apparecchi destinati agli ambienti scolastici devono essere chiaramente identificabili, sicuri, efficaci, utilizzabili in presenza di astanti se previsto dal costruttore e solo in condizioni di sicurezza, muniti, ove necessario, di dispositivi/sensori in (sottoprodotti) e, nonché di principali parametri microclimatici. E poi ancora: dovranno essere di facile utilizzo e installazione, con bassi costi di attivazione, con manutenzione e con bassi livelli/classi emissive di rumorosità e con impatto ambientale minimo.

Inoltre, gli apparecchi scelti dovranno essere sempre accompagnati da documentazione attestante test specifici che dimostrino efficacia e sicurezza nelle condizioni di utilizzo, in ambienti simili agli ambienti scolastici in cui si intendono installare, durata di funzionamento che influenza la capacità di abbassare la concentrazione degli inquinanti, frequenza della manutenzione, livello/classe rumore.

Adottare queste apparecchiature permetterà di dire definitivamente addio alla mascherina in classe? Purtroppo no, anzi. Il documento che sta circolando sul web in queste ore sembra mettere bene in guardia dal fidarsi di chi dice che queste apparecchiature permetteranno di stare a scuola senza mascherina. Viene infatti suggerito di non fidarsi di pubblicità ingannevoli  che potrebbero “rivendicare attività non dimostrate“, inducendo l’allentamento delle misure di prevenzione “quali la distanza interpersonale, l’uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI), il ricambio dell’aria ecc…). Misure che vengono ritenute ancora necessarie e la cui mancanza contribuirebbe alla diffusione piuttosto che al contenimento delle infezioni“.

«Dopo il nostro pressing – commenta Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura a Palazzo Madama – circola finalmente una bozza di linee guida – su cui il ministero dell’Istruzione dovrà ora esprimere il parere – che, con l’approvazione di una modifica alla legge 10/2021, il Governo è tenuto a elaborare per impianti di aerazione e standard minimi di qualità dell’aria a scuola “in relazione al presente quadro epidemiologico e alle conoscenze sulla dinamica dei contagi da virus aerei”. Quindi, pur con molti mesi di ritardo, a breve Enti locali e dirigenti scolastici dovrebbero disporre delle indicazioni su come funziona il contagio via aerosol da Covid-19 e quali impianti conviene installare». 

«E’ un elenco di notizie generali e generiche, confuse e mal assortite, non un documento chiaro e sistematico di indicazioni da dare a dirigenti scolastici o amministratori per supportare nelle scelte, che entrano nell’alveo dei dispositivi di prevenzione sulla salute» aggiunge Mila Spicola, architetto e insegnante che ha contribuito alla scrittura dell’emendamento che ha prodotto poi il testo di legge 11 del 18 febbraio 2022 sull’emanazione delle linee guida. «Nessuna indicazione per nessuno, né per il personale della scuola, chiamato ancora una volta a gestire una problematica che non può gestire senza nessuna indicazione precisa, né per un amministratore locale.Per un dirigente scolastico, e non solo per lui, la lettura di questo documento non modifica il caos attuale in merito al monitoraggio e alla qualità de ll’aria: permangono le incertezze sulle conoscenze e le azioni da compiersi, sugli standard da osservare, sui livelli minimi e, soprattutto, sulla necessità di farlo. Servivano 4 mesi per produrre un documento inutile?».

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