Decreto riaperture: sindacati e forze politiche all’attacco

L’atto di accertamento dell’inadempimento impone al dirigente scolastico di utilizzare il docente inadempiente in attività di supporto alla istituzione scolastica”.

È questo uno dei passaggi – non il solo – contenuto nel decreto-legge 24 del 24 marzo 2022, “Disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza”, che ha sollevato non poche perplessità e contrarietà da parte delle principali organizzazioni sindacali della scuola e di alcuni partiti. Si tratta della disposizione che obbliga i capi d’istituto ad utilizzare i docenti che rifiutano l’obbligo vaccinale in attività di supporto non meglio identificate, con esclusione del ritorno all’insegnamento in cattedra dove sono sostituiti dai cosiddetti docenti Covid con contratto a tempo determinato fino al 15 giugno. “Norme ambigue e difficilmente praticabili, un provvedimento che lascia perplessi” ha dichiarato la neo-segretaria della Cisl-scuola, Ivana Barbacci, che intende esporre di persona le sue preoccupazioni direttamente al ministro Bianchi. “Il ministero dovrà inoltre chiarire molti passaggi applicativi anche in termini di utilizzo e trattamento del personale non vaccinato; le soluzioni indicate rischiano di creare problemi e disparità di trattamento tra il personale che si è regolarmente sottoposto alla vaccinazione, in molti casi non a cuor leggero, e chi invece non lo ha fatto”.  

L’utilizzo del fondo di istituto per pagare i supplenti covid trova la Barbacci decisamente contraria.

Inaccettabile – conclude la segretaria generale CISL Scuola – che i 14 milioni per pagare i supplenti del personale utilizzato in altri compiti siano sottratti alle risorse contrattuali destinate alla valorizzazione dei docenti: è indispensabile che in sede di conversione si ponga rimedio a quello che considero un grave errore, ci daremo da fare subito per ottenere un opportuno emendamento”.

Idealmente una quota di risorse destinate alla valorizzazione di chi ha più meritato vengono destinate a coloro che non si sono sottoposti all’obbligo vaccinale.

Dello stesso tenore la critica della Flc-Cgil che parla apertamente di discriminazione e che, a proposito dello storno dal fondo di istituto dei 14 milioni per retribuire i supplenti, dichiara che quelle risorse sono già state oggetto di programmazione didattica e di contrattazione, e dunque già impegnate per altre attività. “Un’operazione a perdere per la scuola e che sottrae risorse contrattuali per il personale. Ancora una volta anziché investire si riducono le risorse”.

Il sindacato di Sinopoli è critico per la didattica a distanza che diventa “servizio a domanda individuale”, concessa in modo anomalo su richiesta delle famiglie per gli studenti assenti per contagio.

La Flc-cgil, infine, chiede la “sospensione dell’efficacia del decreto fino a chiarimento su queste misure sbagliate, discriminatorie e difficilmente gestibili”.

Per il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, “E’ molto difficile, negli istituti, stabilire quali siano le mansioni non a contatto con i ragazzi. Gli stessi impiegati di segreteria e i bidelli entrano a contatto con gli alunni. C’è una volontà di normalizzare la situazione di chi non si è vaccinato: gli si paga lo stipendio per non lavorare, dando mansioni sostanzialmente inesistenti”.

Non meno dure le critiche sul fronte politico. Per l’ex ministra pentastellata Lucia Azzolina “è stato deciso che i docenti non vaccinati – sono circa 30 mila – dal primo aprile potranno tornare a scuola ma senza rientrare in classe. Sono insegnanti ma non dovranno insegnare. Saranno dunque demansionati, per svolgere quali mansioni però non è chiaro. Andranno in biblioteca dove, comunque, saranno a far cosa? La misura appare ancora più paradossale – aggiunge Azzolina – se si pensa che lo stesso decreto interrompe lo smart working per i lavoratori fragili. Per loro, che hanno bisogno di evidenti tutele, tutto torna come prima. I docenti non vaccinati finiscono invece in un limbo. (…) È un pasticcio che spero venga corretto”. Tra le altre cose molte scuole hanno dovuto utilizzare gli spazi delle biblioteche per creare nuove aule al fine di garantire il distanziamento.

Rincara la dose il segretario nazionale di Sinistra italiana Nicola Fratoianni: “ecco un altro pasticcio firmato dal ministero di Viale Trastevere con il nuovo decreto Covid che metterà le scuole italiane in difficoltà, con il rientro dei docenti non vaccinati che verranno pagati non si sa bene a fare cosa ma, questo è sicuro, togliendo i fondi ai singoli istituti. Un ‘capolavoro’”. E conclude: “venga ritirato il decreto”.

In attesa di vedere se il provvedimento verrà modificato o meno, tenendo conto della vasta eco di critiche, resta una domanda: ma chi l’ha voluto?

© RIPRODUZIONE RISERVATA