In azienda a 15 anni, nella scuola delle tre ‘i’

L’alternanza scuola-lavoro, uno degli obiettivi della riforma Moratti che piacciono di più alla Confindustria, è materia di uno dei tre decreti legislativi che il sottosegretario Aprea ha presentato il 17 febbraio ai sindacati della scuola, in vista anche dell’incontro di livello politico con il ministro Moratti fissato due giorni dopo, il 19 febbraio, nella sede del Ministero dell’Istruzione.
Gli studenti dai 15 ai 18 potranno scegliere l’alternanza tra lezioni in classe ed esperienze professionali. Questi percorsi misti saranno progettati, attuati e verificati sotto la diretta responsabilità della scuola in base ad apposite convenzioni con le imprese, con le camere di commercio, o con gli enti pubblici e privati, inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento. Le ore trascorse in azienda faranno parte integrante del tempo scuola e serviranno ad acquisire crediti formativi. Anche i soggetti disabili potranno fruire di questa possibilità.
In questa particolare esperienza di scuola-lavoro sarà importante la funzione tutoriale, assicurata all’interno della scuola da un docente che assiste gli studenti nel loro percorso formativo, e, all’esterno, da persona designata dalle aziende o dagli enti che accolgono gli studenti per il periodo
di esperienza pratica.
Le esperienze si concluderanno con una certificazione ad hoc attestante le competenze spendibili nel mercato del lavoro.
Negli anni ’90 vi erano state già esperienze del genere soprattutto in alcuni istituti professionali. Ora l’alternanza scuola-lavoro potrebbe diventare un fatto generalizzato a tutte le istituzioni del secondo ciclo di istruzione e formazione. Proprio per questo sarà preceduta da alcuni progetti-pilota.