Uil scuola e Gilda: ridare dignità professionale agli insegnanti

In occasione della Giornata mondiale dell'insegnante

In occasione della Giornata mondiale degli insegnanti, sono numerose le dichiarazioni per la valorizzazione dei docenti.

Uil-scuola e Gilda all’unisono chiedono di ridare dignità alla professione del docente.

“Mentre altrove si parla di argomenti che dovrebbero fare riflettere sulla composizione del corpo docente, da noi si discute di cambiarne addirittura la natura giuridica, con il pericolo di una trasformazione di una professione che deve avere libertà e indipendenza, e non subire i condizionamenti che sono presenti nella legge 107/2015“.

Lo scrive la Uil scuola sul proprio sito riferendosi al fatto che le organizzazioni internazionali, in occasione della Giornata mondiale dell’insegnante, hanno sottolineato che “il progresso della societa’ dipende da cittadini istruiti e da una forza lavoro altamente qualificata”.

Occorre (ri)dare dignita’ e fiducia agli insegnanti, oltre che riconoscimenti economici di una professione, sì bella, ma difficile, che ha riflessi sulla società.

Agli insegnanti – afferma la Uil Scuola – vanno riconosciuti spazi di indipendenza e di libertà e la giusta richiesta di rendicontazione del loro operato ma questo a partire dal quadro di riferimento che è la scuola dell’autonomia, quella vera e non burocratica della Costituzione, e non quella prefigurata nella legge di riforma.

Gilda affida all’editoriale del suo coordinatore nazionale Di Meglio l’intervento sui docenti, ricordando che il tema che l’Unesco ha proposto alla riflessione per il 2015,“Empowering teachers, building sustainable societies”, cioè “Un personale docente forte per costruire società sostenibili”, risulta quantomai attuale per gli insegnanti italiani alla luce dei cambiamenti introdotti dalla cosiddetta “Buona scuola” renziana.

La “Buona scuola”, espressione che la Gilda degli Insegnanti ha ritenuto sin dall’inizio piuttosto eufemistica, non rafforza il profilo professionale, e di conseguenza il ruolo dell’insegnante nella società, ma al contrario, modificando alla radice lo stato giuridico del docente, lo indebolisce e, subordinandolo al dirigente scolastico, accentua il carattere impiegazio e burocratico della professione docente erodendone il prestigio sociale.

La valorizzazione dello status dell’insegnante (“Empowering teachers“) non può prescindere dal riconoscimento economico. A dimostrare la scarsa attenzione della politica italiana nei confronti della questione docente, e quindi del futuro delle nuove generazioni, c’è anche il richiamo della Corte costituzionale contro il blocco della contrattazione, ferma da 7 anni.

Auspichiamo che il Parlamento corregga le norme della legge 107/2015 che collidono con le raccomandazioni internazionali per la valorizzazione della professione docente e recepisca la proposta, da sempre cavallo di battaglia della Gilda degli Insegnanti e oggetto di una nostra proposta di legge, di istituire un’Area di contrattazione separata per i docenti. Al Governo, intanto, chiediamo che reperisca subito le risorse necessarie per riaprire il tavolo negoziale e rinnovare il contratto nazionale.