Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

AEEE, La Buona Scuola e l’educazione economica e finanziaria

Pubblichiamo un ampio stralcio della nota predisposta dall’associazione AEEE-Italia (Associazione Europea per l’Educazione Economica), da tempo impegnata per la diffusione della cultura economica a tutti i livelli, volta a chiarire i nodi didattici dell’insegnamento/apprendimento dell’economia, consideranto  elemento essenziale per l’assunzione di scelte consapevoli da parte dei cittadini.

“Il Governo Renzi nelle sue Linee guida ‘La Buona Scuola’ ha dedicato attenzione alla questione dell’insegnamento dell’economia nella scuola. Il Governo prende le mosse dai pessimi risultati ottenuti dall’Italia nella recentissima Indagine OCSE-PISA sulla financial literacy dei quindicenni, affermando: “I dati di un’indagine Ocse, che nel 2012 ha coperto quasi 20 paesi e un campione di quasi trenta mila quindicenni, raccontano che l’analfabetismo finanziario dei nostri ragazzi tocca livelli preoccupanti, con oltre la metà degli studenti che si attestano su un livello di comprensione dei meccanismi economici e finanziari ben al di sotto della media dei paesi europei monitorati”. Infatti tra 18 paesi partecipanti all’Indagine OCSE PISA l’Italia con il punteggio medio di 466 è risultata ultima tra i 13 paesi OCSE ed ha superato solo un paese tra gli altri 5 partner dell’OCSE. Giusto quindi prendere le mosse dalle sollecitazioni che provengono dai confronti internazionali e pensare ad un maggiore ruolo per una Cenerentola della scuola italiana, l’educazione economica e finanziaria, affrontata nelle classi delle secondarie superiori da non più del 15% degli studenti e da esigui gruppi di allievi nella scuola primaria. I deludenti ritardi italiani denunciati dai risultati dell’OCSE PISA non potranno essere colmati solo dalla scuola, servirà un corale impegno della società, dei media, degli uomini della cultura e delle professioni. Cosa potrà fare la scuola per l’alfabetizzazione economica e finanziaria delle giovani generazioni? Due le leve individuate dal documento governativo. La prima è la modifica dell’ordinamento del nuovo Liceo Economico Sociale rendendolo autonomo dal Liceo delle Scienze Umane e generalizzandone l’apertura presso i Licei Scientifici e Classici. La scelta di creare un distinto liceo economico e sociale e di autorizzarne l’apertura presso i licei scientifici e classici pare assai opportuna per rendere forte e visibile ai giovani e alle famiglie questo nuovo liceo, altrimenti destinato a rimanere soffocato dentro gli ex-Istituti magistrali. Dall’altro lato, il documento “La Buona Scuola” considera l’economia, assieme alle lingue straniere e al coding, una delle nuove alfabetizzazioni necessarie per i giovani, proponendo di diffondere lo studio dei principi dell’Economia in tutte le scuole secondarie.
Si tratta di una scelta assai impegnativa della quale andranno create con cura le condizioni organizzative e didattiche. Non potrà essere sufficiente una pura opzionalità consistente in poche ore annuali. Occorrerà disporre di un numero significativo di ore, con contenuti sia specifici che interdisciplinari e di metodologie adeguate per far crescere in tutte le scuole secondarie, così come afferma il documento governativo, conoscenza e esercizio di competenze sui principi dell’economia intesa come scienza delle scelte, scienza ricca di relazioni con le altre discipline storiche, filosofiche e quantitative.
Obiettivi impegnativi quindi e lavoro di lunga lena. Sta di fatto che l’interesse dei giovani e delle famiglie per l’economia, la finanza e le scienze sociali è forte. Per rispondere a questa domanda di nuove competenze “La Buona Scuola” ha individuato strade opportune, sarà necessaria progettualità e capacità organizzativa da parte del MIUR e di altri soggetti da tempo sensibili al tema di questa nuova literacy”.

 

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