
Bocciature: un fatto sempre più residuale
Nel primo anno di applicazione della riforma Gelmini sul sistema di valutazione degli alunni (con voto espresso in decimi, comportamento compreso), la nuova filosofia che permeava l’innovazione era improntata al rigore e alla severità.
La legge 169/2008, riformatrice del sistema, con il ritorno del voto di comportamento (evocatore della condotta di gentiliana memoria) poneva attenzione più alla repressione degli atteggiamenti negativi che alla valorizzazione di quelli positivi.
La scuola del rigore e della severità avrebbe dovuto, quindi, essere più selettiva, meno permissiva e buonista.
Al termine del primo anno di applicazione della norma, l’ufficio stampa del ministro usciva con comunicati quasi trionfalistici per l’aumento del numero di studenti bocciati, a causa soprattutto del voto insufficiente di comportamento.
Nel secondo anno, mentre la scuola si assestava rispetto alla riforma del voto e prendeva le misure agli obiettivi del nuovo rigore, i comunicati dell’ufficio stampa del Miur giocavano un po’ a rimpiattino sui numeri per nascondere una realtà diversa da quella attesa.
Negli anni successivi, passato l’effetto iniziale di una spinta per una scuola severa e rigorista, gli esiti finali degli scrutini nella scuola secondaria di I e di II grado hanno mostrato una tendenza costante ad una minor selettività.
Anche il comunicato stampa ministeriale sugli scrutini di questo anno scolastico conferma questo trend: “Aumentano, seppur di poco, gli studenti promossi alle classi successive nelle scuole secondarie di I e II grado nell’anno scolastico appena concluso ….
La percentuale dei promossi alle classi successive nelle scuole medie è del 96,3% (95,7 nell’anno scolastico 2011/12), mentre alle superiori del 63,5% (63,2% lo scorso anno)”.
Il dato oggettivo che emerge è quello di una scuola che promuove di più e seleziona meno. C’è chi sostiene che i dati bocciano la riforma Gelmini sul voto; al contrario c’è chi sostiene che, proprio grazie alla tolleranza zero di quella riforma, gli studenti sono stati costretti ad un maggior impegno negli studi che sta dando risultati di maggior successo.
Qualunque sia la causa di quel più elevato tasso di successo scolastico, il dato certo che ne esce è quello di una scuola meno selettiva. Soprattutto nel I grado la bocciatura da fatto normale sta diventando eccezionale (3,7%), come succedeva venti-trenta anni fa nell’elementare, dove oggi i bocciati sono al di sotto dell’1%. Il futuro prossimo della secondaria di I grado potrebbe essere proprio quello lì.
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