
Concorsone, correzioni a prezzo di saldo
Dal nostro lettore Loriano Turolla, abbiamo ricevuto considerazioni e una richiesta di rettifica circa l’articolo Concorso a cattedre: il nodo dei “costi” dei commissari d’esame.
Lo pubblichiamo con una breve risposta, ringraziando per la segnalazione e avendo corretto l’imprecisione presente nell’articolo.
Invitiamo anche gli altri lettori a commentare, scrivendoci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com (o attraverso la piattaforma sottostante o tramite la nostra pagina Facebook).
—
In riferimento a quanto in oggetto, “ Concorso a cattedre: il nodo dei “costi” dei commissari d’esame” desidero sottoporre alla vs. attenzione alcune osservazioni.
Il compenso previsto per commissari e presidenti delle commissioni giudicatrici nei concorsi pubblici è costituito da due voci:
1. Una quota lorda fissa omnicomprensiva di 251 € (per i presidenti) e di 209,24 € (per i commissari)
2. Una quota per ciascun elaborato corretto o candidato esaminato di 0.50 €, cioè un importo ben 10 volte inferiore a quanto da voi riportato. Sono certo che si è trattato di un errore di battitura, ma ritengo doverosa la precisazione
Chi vi scrive ricopre il ruolo di presidente coordinatore delle due commissioni delle classi di concorso A038/A049 e A047/A049 (ambito disciplinare n.8) per il concorso DGD 82/2012 nella regione Veneto.
Per queste commissioni I lavori sono iniziati a fine febbraio e si prolungheranno sino ai primi di agosto. Per altre i lavori si prolungheranno anche oltre.
L’impegno in commissione per questo concorso non consentiva, come noto, l’esonero dal servizio; per cui i docenti e dirigenti scolastici in servizio, hanno dovuto “organizzare” i loro impegni in modo da assicurare da un lato il servizio istituzionale e dall’altro il lavoro , di fatto quasi sempre pomeridiano, del concorso .
Da sottolineare che le sedi di servizio di commissari e presidenti nella maggior parte dei casi non hanno coinciso assolutamente con la sede di lavoro della commissione. Nelle “mie” due commissioni , ad esempio, solo 4 persone su un totale di 13 impegnate a vario titolo nei lavori , risultano avere sede di servizio (e residenza) nella stessa città sede dei lavori della commissione. Così la maggior parte dei componenti delle due commissioni, da oltre quattro mesi, si sono dovuti sobbarcare spostamenti – quasi giornalieri- fino a 100Km per l’andata ed altrettanti per il ritorno. Naturalmente con anticipo delle spese di viaggio e pasti a proprio carico, in attesa del rimborso da parte dell’Amministrazione, rimborso che a distanza di cinque mesi non è ancora arrivato.
Tralascio di entrare nel dettaglio delle riunioni organizzative, deliberative, delle operazioni di correzione e valutazione delle prove scritte, (il numero dei candidati è rinvenibile nei siti dei vari USR), delle prove di laboratorio e delle settimane di colloqui che ne sono seguite.
Quando poi i colloqui saranno terminati, il lavoro delle commissioni non sarà concluso perché si dovranno affrontare le valutazioni dei titoli accademici e culturali (articoli su riviste specializzate, libri, ecc) per ciascun candidato che abbia portato a termine positivamente tutte le prove.
Solo allora potrà essere redatta la graduatoria per le varie classi di concorso.
Concludendo: oltre cinque mesi di lavoro di alto livello, delicato, importante, pesante e stressante a fronte del riconoscimento economico di una quota fissa di poco più di 150 € netti e di 0.50 € a candidato esaminato.
La replica potrebbe essere ovvia ed immediata: nessuno ha obbligato queste persone a fornire la propria disponibilità. In effetti i vari U.S.R. hanno avuto e stanno avendo estrema difficoltà, per ragioni piuttosto evidenti, a reperire presidenti e commissari disponibili ad accettare e portare a termine questo tipo di incarico con il rischio di non poter fruire delle proprie ferie (che molto probabilmente se non godute, non saranno retribuite).
Ma è ovvio che tale replica non ha senso.
Come correttamente indicate nelle vs. news “Le speranze sono riposte unicamente nella coscienza professionale dei docenti, nel rifiuto di essere ancora una volta adoperati come strumento di polemiche di parte.”
Ma è corretto far leva sempre su questa “coscienza professionale?” Sarebbe altrettanto facile, specie con i tempi che corrono, cavalcare la tigre della protesta e portare in campo gli sprechi e le retribuzioni spropositate ed ingiustificate di taluni (forse troppi). ma non voglio prestarmi a questi giochi. Mi si consentito dire, però, che mai come in questo caso, si vogliano fare le nozze con i fichi secchi!
Ritengo, comunque, che se vi fosse vero interesse e volontà politica nei confronti dell’istruzione, così come troppo facilmente si sente pontificare, se vi fosse reale considerazione per il personale che opera nella e per la scuola, anche da parte sindacale, se al lavoro svolto dalle commissioni fosse riconosciuto l’importanza e la valenza che ha, il decreto ministeriale che ha definito queste indicibili ed offensive retribuzioni non avrebbe avuto spazio per essere firmato e potrebbe, comunque, essere rivisto con effetti immediati. Ma di parole vuote se ne stanno spendendo fin troppe e da troppo tempo!
Non so che effetto sortiranno queste mie umili precisazioni e chissà quante simili riflessioni avrete ricevuto, ma vi sarei grato e lo considererei quasi un atto dovuto alla categoria, se le deste adeguata rilevanza.
Distinti saluti e buon lavoro.
Loriano Turolla Dirigente Scolastico dal corrente anno in quiescenza
—
In effetti, circa la menzione della parte variabile del compenso per i commissari di esame, si è trattato di un errore di battitura. Ce ne scusiamo
La Redazione
Solo gli utenti registrati possono commentare!
Effettua il Login o Registrati
oppure accedi via