
Ugolini: un piano condiviso per la scuola
Nessuno dei due sottosegretari all’istruzione, Marco Rossi Doria ed Elena Ugolini, sarà candidato al Parlamento. I due interessati, forse, un pensierino in proposito l’avevano fatto, ma le polemiche legate soprattutto all’ultima fase della gestione Profumo (aumento dell’orario dei docenti, etc) hanno probabilmente avuto un’influenza sulla decisione, consigliando di rimandare un eventuale ingresso in politica.
Della serie: “occuparsi di scuola non paga”. Chiedere a parlamentari come Manuela Ghizzoni, Mariangela Bastico, Antonio Rusconi, che nel loro mandato si sono profusi con impegno e competenza sui temi dell’istruzione, e che alle primarie del PD non hanno visto riconosciuto il loro operato.
Elena Ugolini, però, ha voluto lasciare un messaggio politico per chi si è candidato al Parlamento, scrivendo una lettera aperta al Corriere della sera.
La scuola “non può più essere terreno di scontro politico – scrive la Ugolini. Siamo a un punto in cui è possibile, anzi necessario, arrivare a delle conclusioni comuni, condivisibili e dunque percorribili, qualunque governo nascerà dalle prossime elezioni”.
“Dietro la scuola c’è tutto il paese. Le politiche nazionali e locali sulla scuola dovrebbero avere un unico scopo: aiutare le singole istituzioni scolastiche, i loro dirigenti e docenti, a lavorare bene. Lo scopo è che tutte le famiglie italiane possano avere una scuola di qualità per i propri figli a prescindere dal reddito”.
Per il sottosegretario Ugolini, “la scuola deve tornare ad essere considerata un investimento, non solo un costo o, addirittura, una voce del redditometro. In un paese civile si dovrebbero poter dedurre le spese per l’educazione dei figli”.
“Penso – continua nella lettera – che la leva per il cambiamento sia costituita da quattro parole: autonomia, valutazione, nuove politiche del personale, sostegno alle famiglie nelle proprie scelte educative. Propongo semplicemente di aggiornare il libro bianco sull’istruzione scritto 5 anni fa, per chiedersi seriamente che cosa vorremmo che la scuola fosse da qui a 10 anni e prendere, solo di conseguenza, delle decisioni a breve e medio termine”.
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