Programmi di politica scolastica/3. Liste Monti

Nella ‘agenda’ Monti la premessa generale è di tipo macroeconomico: “investire in capitale umano è la strada per sfuggire alla morsa della competizione di Paesi con costi di manodopera più bassi”. Ma da questa premessa non deriva un impegno a investire a prescindere dall’equilibrio di bilancio. Anzi, “nuovi spazi per investimenti nell’istruzione” saranno possibili solo “man mano che si riduce il costo del debito pubblico e si eliminano spese inutili”.

Questo significa che, almeno fino a quando si realizzeranno queste condizioni, gli interventi saranno di carattere essenzialmente strutturale e ri-organizzativo. Nel documento si punta infatti prioritariamente sul “nuovo sistema di valutazione centrato su Invalsi e Indire, basato su indici di performance oggettivi e calibrato sulle caratteristiche del bacino di utenza e dei livelli di entrata degli studenti”. Al sistema di valutazione si collega anche la possibilità di “inserire con gradualità meccanismi di incentivazione dei dirigenti scolastici basati sulla valutazione del rendimento della struttura ad essi assegnata, e degli insegnanti, ad esempio attraverso un premio economico annuale agli insegnanti che hanno raggiunto i migliori risultati”.

Alla valutazione in senso ampio, estesa al rapporto tra scuola e mercato del lavoro, si riconduce anche l’impegno ad “assicurare a ogni adolescente che esce da un ciclo scolastico un servizio efficiente di orientamento scolastico e professionale”.

Nell’agenda Monti non si accenna alla questione degli organici, né tantomeno a quella del precariato, argomenti non ignorati invece da esponenti delle altre due liste che si presentano alle elezioni in collegamento con la ‘scelta civica per Monti’, quella dell’Udc e quella che fa capo a Gianfranco Fini, ‘Futuro e libertà’. Formazioni politiche in qualche misura più ‘tradizionali’, anche dal punto di vista del radicamento sociale, rispetto alla novità politica rappresentata dalla lista Monti.