Spending review & Istruzione/1. Ancora tagli?

La spending review, cioè l’analisi e revisione della spesa pubblica con la finalità di evitare “inefficienze, eliminare sprechi e ottenere risorse”, dovrà concentrarsi sui programmi di spesa, verificandone l’attualità e l’efficacia, sul ridimensionamento delle strutture dirigenziali esistenti, sulla razionalizzazione delle attività e dei servizi offerti, sulla riduzione della spesa per acquisti di beni e servizi, sulla riduzione della spesa per locazioni, sulla proposizione di impugnazioni avverso sentenze di primo grado che riconoscono miglioramenti economici e progressioni di carriera dei dipendenti pubblici.

L’obiettivo è ambizioso, e allo scopo di migliorare la qualità dei servizi, di elevarne l’efficienza, di garantire una riduzione di spesa deve concorrere anche il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, che vive una fase di grande incertezza e di attesa sia sul fronte scolastico sia su quello interno.

Sul fronte scuola soltanto ora si comincia ad avere qualche chiarezza – per ora solo attraverso annunci giornalistici – sui tempi della possibile indizione dei concorsi ordinari e sull’organizzazione dei TFA. Poco si sa finora anche sul rilancio dell’istruzione tecnica, professionale e dell’istruzione e formazione professionale per migliorare il livello di qualità delle competenze richieste dal mondo del lavoro.

Lo scenario non si presenta migliore sul fronte interno dell’Amministrazione, prestando attenzione alla condizione in cui versano gli uffici centrali ed in particolare gli uffici scolastici regionali, che non sembrano in grado di reggere l’auspicata crescita del livello di efficacia.

Per il ministro Francesco Profumo la spending review può essere “un’occasione per rivisitare il modello organizzativo e per verificare se un nuovo modello può consentire di dare servizi migliori ai nostri studenti”. “Certamente – ha aggiunto il ministro – potremmo essere noi stessi come ministero a proporre al commissario governativo i nuovi modelli”, sottolineando che ciò vale sia per la scuola che per l’università.