L’annuncio del maxi-concorso polarizza il dibattito sulla scuola

Il crescente dibattito che vede impegnati rappresentanti della politica, dei sindacati, del mondo universitario e giovanile intorno al concorso pubblico per il reclutamento dei docenti annunciato dal ministro Profumo per dare tra l’altro un segnale ai giovani, è una testimonianza dell’interesse che si muove intorno alla scuola. Le reazioni sono contrastanti anche perché non si conoscono i termini esatti della questione. Ne sapremo di più dopo il 10 e 11 gennaio, quando il ministro parlerà alle Commissioni Cultura di Camera e Senato.

Giorgio Israel, docente universitario, osserva che “… rispetto ad altre proposte circolanti, quella del reclutamento per via concorsuale è tutt’altro che debole. Il problema che si pone però è che … dopo un quindicennio di interruzione dei concorsi … mettere in campo un maxi-concorso è un’impresa titanica …”. E l’esperienza del recente concorso per dirigente scolastico non depone a favore della capacità del Miur di promuovere, organizzare e gestire un’operazione così vasta.

Il percorso della procedura concorsuale, lungo e complicato, apre complessi interrogativi che rendono improcrastinabile un forte recupero di capacità dell’Amministrazione Centrale del Miur per favorire la crescita della dimensione micro e macro organizzativa del sistema amministrativo.

Non vanno sottaciuti i vistosi e gravissimi vuoti di organico degli uffici scolastici regionali, con personale, considerata l’assenza in quest’ultimo decennio di politiche di rinnovamento dei quadri, prevalentemente con notevole anzianità di servizio, nonché l’esiguità dei finanziamenti per le spese di funzionamento degli uffici stessi. Aspetti che inducono ad una riflessione seria sull’oggettiva impossibilità di “tenere aperte” tutte le articolazioni provinciali dell’ufficio regionale.