Test Invalsi, il boicottaggio dei Cobas

Ci siamo: da domani fino al 13 maggio il Miur, il carrozzone Invalsi, con le ruote a terra, e i presidi-padroni proveranno con minacce, imbrogli e blandizie a far svolgere nelle scuole gli ignobili, grotteschi e distruttivi quiz Invalsi, che insultano la scuola pubblica, ogni didattica di qualità, la professionalità dei docenti e qualsiasi serio apprendimento da parte degli studenti“. Così i Cobas attraverso le parole del portavoce Piero Bernocchi.

Bernocchi ha anche spiegato in una nota stampa: “I quiz saranno usati per classificare le scuole, i docenti, gli studenti, e per differenziare gli stipendi degli insegnanti. In tutti i paesi dove questa assurda e penosa pratica è stata applicata (con una opposizione crescente che oramai li mette pesantemente in discussione dappertutto), la didattica è stata stravolta e, invece di insegnare sul serio le materie, i docenti sono stati costretti in modo umiliante e catastrofico a trasformarsi in addestratori da quiz, con libelli appositi (come quelli abominevoli che girano in questi giorni nelle scuole) e con pratiche da scuola-guida per la patente“.

Continua il comunicato: “Nonostante il gravissimo deficit di democrazia sindacale, che impedisce ai Cobas di svolgere assemblee nelle scuole, la nostra campagna ha smascherato la colossale truffa. E il Miur, vista la mala parata, ha scaricato i presidi-kamikaze, ammettendo con la Nota 2792 che ogni decisione sui quiz Invalsi deve essere ‘deliberata dal Collegio docenti’ e che non ci sono obblighi per i docenti in assenza di tali delibere. Smascherata la truffa, molti presidi-kamikaze, diffidati in tante scuole dai Cobas dal procedere nelle illegalità, stanno usando ogni tipo di pressione e minacce per costringere i docenti a collaborare“.

Ciò malgrado, “accanto ai docenti che hanno bocciato nei Collegi gli ignobili quiz, e a quelli che comunque non collaboreranno al massacro della didattica di qualità e del loro lavoro, ci saranno in molte città gli studenti delle superiori che usciranno dalle classi o consegneranno in bianco i materiali. E accanto a noi ci saranno anche quei genitori che denunceranno i presidi che imporranno i quiz, o che terranno i figli a casa“.

Conclude la nota: “Contro l’interruzione illegale della didattica, contro la scuola-quiz, non collaboriamo allo svolgimento dei quiz Invalsi nelle scuole“.