
Sacconi: “Rivalutare le conoscenze pratiche”
“L’Italia”, scrive Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi in un intervento su Avvenire, “vive un paradosso profondo e diffuso: una situazione economica relativamente agiata, dove però i giovani non trovano un lavoro coerente con le loro aspirazioni e le imprese non trovano lavoratori con le competenze e le professionalità ricercate”.
Per superare questo “disallineamento” tra domanda e offerta di lavoro, secondo Sacconi, “è necessaria una rivoluzione culturale per ritornare a dare dignità al lavoro in tutte le sue forme e applicazioni, anche quelle manuali”, la cui valenza educativa è stata troppo spesso sottovalutata.
La piena integrazione tra le attività formative e il mercato del lavoro comporta per il ministro la “rivalutazione delle stesse conoscenze pratiche” e “l’utilità di certificazioni sostanziali delle competenze effettive”, a partire da quelle conseguite negli ambienti di lavoro.
Per questo il ‘Piano di azione per l’occupabilità dei giovani Italia 2020’, presentato nei giorni scorsi insieme ai ministro Gelmini e Meloni, “individua nel contratto di apprendistato il modo migliore per transitare dalla scuola al lavoro in termini convenienti tanto per i giovani quanto per le imprese”. Ciò vale, secondo il ministro, a tutti i livelli: da quello dei quindicenni che preferiscono assolvere l’obbligo di istruzione fino a 16 anni attraverso un itinerario di scuola-lavoro a quello degli studenti universitari che vogliono conseguire un titolo di studio lavorando.
Non è la prima volta, in Italia, che si prova ad affermare la ‘pari dignità’ dei percorsi formativi e a lanciare una sorta di ‘via tedesca’ alla formazione secondaria e terziaria, fondata sull’equivalenza formativa dei percorsi di tipo generale, tecnico e professionale, compresi quelli realizzati in apprendistato.
Finora il principio è stato enunciato, a livello politico e anche sindacale, ma è stato poi regolarmente smentito dalle scelte fatte a livello normativo e contrattuale. Ora Sacconi lo rilancia. Sarà interessante vedere se il forte traino derivante dalle esigenze del mercato del lavoro, che offre concrete opportunità a chi è in possesso di competenze tecniche e professionali, sarà in grado di modificare la situazione.
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