
Carriera dei docenti per merito: Gelmini insiste
Il ministro dell’istruzione Gelmini, in una intervista al Mattino, ritorna con decisione sul progetto di sviluppo della carriera degli insegnanti non per anzianità ma per merito.
“Nel 2012, con il rinnovo del contratto nazionale – ha dichiarato il ministro Gelmini – vogliamo finalmente superare il meccanismo obsoleto degli scatti di anzianità, che non ci consente di distinguere fra professori bravi e quelli meno bravi”, introducendo “un sistema che premi il merito”.
Visto che per il momento i rinnovi dei contratti sono congelati per un triennio, il ministro avrà tempo per mettere a punto questo progetto dello sviluppo della carriera per merito, una sfida ai sindacati che già dieci anni fa, dopo avere condiviso i principi di base di quel progetto, contribuirono decisamente all’affondamento dell’allora ministro Berlinguer.
Un progetto di questo genere, soprattutto in tempi di vacche magre, non è facile da realizzare, dopo che i fondi per la carriera docente (quel 30% dei risparmi conseguenti alla manovra del 2008) sono stati sottratti dal ministero dell’economia proprio (e paradossalmente) per compensare il blocco degli scatti di anzianità. Sono quindi necessarie, oltre che una condivisione diffusa da parte del mondo politico e sindacale, risorse economiche aggiuntive, come avvenne nel 1999 con il contratto nazionale, poi fallito, della premialità per i docenti.
Se la prospettiva dovesse essere quella di arrivare nel tempo a una carriera degli insegnanti che si sviluppa soltanto per merito, nell’immediato sarà necessario mantenere un doppio regime di aumento contrattuale, prevedendo che almeno una parte delle risorse del contratto venga spesa per tutti con un incremento stipendiale indicizzato per la difesa del potere di acquisto degli stipendi in godimento, mentre un’altra parte (non simbolica) potrebbe essere spesa soltanto per il merito.
Ovviamente, in questo caso, sarà necessario contestualmente stabilire con norma contrattuale la fine di qualsiasi avanzamento di carriera per anzianità.
Se non ci saranno consistenti risorse finanziarie disponibili, l’ambizioso progetto del ministro Gelmini rischia di morire prima di nascere.
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