Nella valutazione non c’è qualità senza equità

L'uso dei test standardizzati in campo internazionale. Posizione cautamente critica della Bastico

C’è la questione, tuttora assai discussa in campo internazionale, se il ricorso ai test standardizzati (soprattutto se ad essi sono legate forme di merit pay) spinga gli insegnanti a preparare gli studenti a superare al meglio i test anziché a formarsi in modo più ampio e più critico e creativo. In Finlandia, per esempio, proprio raccogliendo questo tipo di obiezione si è deciso di non utilizzare né standard né test standardizzati. Eppure gli studenti finlandesi risultano i migliori nelle prove standardizzate OCSE, IEA ecc. Come mai? L’elevata personalizzazione dei curricoli favorisce una formazione più idonea ad affrontare anche i test internazionali standardizzati? E anche più omogenea nei risultati?

Il fatto è che in Finlandia (come in Svezia, dove invece i test standardizzati si fanno da sempre) la varianza dei risultati (territoriali e per tipologia di scuola) è assai bassa. Anche per questo i finlandesi possono permettersi di non avere un servizio nazionale di valutazione. Il loro sistema scolastico ha caratteristiche positive e uniformemente distribuite sul territorio sia per la qualità sia per l’equità dei risultati.

Per un Paese come l’Italia – dove invece la varianza è assai elevata, e andrebbe meglio conosciuta nelle sue connessioni socio-ambientali e didattiche – disporre di un servizio nazionale di valutazione che possa costruire una articolata mappa delle disuguaglianze e suggerire misure di riequilibrio costituisce una necessità assolutamente prioritaria.   

Su questo punto esiste tra l’altro una ampia convergenza: la senatrice del PD Mariangela Bastico, già viceministro con Fioroni, pur avanzando riserve sul tipo di test impiegati per l’esame di licenza media, riconosce che la valutazione di sistema è essenziale per “comprendere quali siano gli elementi di sistema per cui alcune scuole hanno una riconosciuta qualità e danno buoni risultati ed altre no. Pertanto deve essere rivolta all’organizzazione nel suo complesso e non solo ai singoli ragazzi e ai singoli docenti“.  Su questi temi la parlamentare democratica invita il ministro ad un “confronto approfondito e costruttivo” da tenersi nelle Commissioni parlamentari competenti.