
Nell’intervista de Il Messaggero alla senatrice a vita Elena Cattaneo, dopo i suoi dubbi sulla opportunità di giustificare lo sciopero, la giornalista le chiede: Cosa crede si dovrebbe fare in questi casi?
Questa la risposta che, ancora una volta, chiama in causa, prima ancora dei ragazzi, gli insegnanti: “Agli educatori, siano essi docenti o familiari, credo spetti il delicato compito di aiutare chi abbia espresso il desiderio o l’intenzione di manifestare a riflettere sul significato di quell’azione: disobbedire al sistema formale che impone la presenza a scuola, perdere ore di didattica, accumulare assenze comporta la responsabilità di dar valore a ciò che si sceglie di privilegiare, per questo è opportuno conoscere quanto più possibile le ragioni per cui si manifesta”.
“Educazione civica all’ambiente nelle scuole?” – la incalza la giornalista.
La risposta è netta e decisa: “Educazione civica sempre e comunque”.
La senatrice indica anche con chiarezza il metodo da seguire per realizzarla con efficacia.
“È indispensabile e sarebbe rivoluzionario – precisa – accompagnare l’obbligo dell’educazione al metodo scientifico: un portentoso strumento per indagare la realtà e affrontare l’avventura della conoscenza”.
Poi aggiunge e precisa per gli insegnanti: “Il metodo scientifico, nell’educare a sottoporre a critica e verifica le idee proprie e quelle altrui, con l’obbligo morale di adeguare i propri convincimenti alle evidenze disponibili e dimostrabili, sia un’assicurazione sul futuro”.
E conclude: “Ne abbiamo un enorme bisogno per resistere alle sirene della semplificazione estrema, anticamera della più vuota demagogia”.
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