Bersani: questa finanziaria è un tradimento per la scuola

Pierluigi Bersani, che ha concluso sabato 19 giugno a Roma la manifestazione promossa dal Partito Democratico, ha espresso un giudizio ampiamente negativo sulla manovra: è iniqua, squilibrata. “Quanti turni vogliamo far fare a un operaio, prima di toccare un petroliere?“. Inoltre ha sferrato un duro attacco al governo a difesa anche degli insegnanti, da lui stesso definiti non molto tempo fa “eroi” del nostro tempo (“oggi l’eroe dei tempi moderni è l’insegnante nelle periferie delle città“).

Sono del tutto inaccettabili per il PD le misure relative al blocco degli automatismi contrattuali e stipendiali del comparto della scuola, già sottoposto ad un drastico piano di riduzione della  spesa e di tagli indiscriminati agli organici, non ancora completamento attuato.

Inspiegabilmente, infatti, come Tuttoscuola ha evidenziato appena varata la manovra, e con una lettura attenta della relazione tecnica, rivelatrice della vera portata di alcune norme, il personale della scuola è stato colpito tre volte: blocco contratti, blocco progressione stipendiali per anzianità (con effetti permanenti su retribuzioni, buonuscita, pensioni), sottrazione del 30% dei risparmi già destinati al merito.

I tagli del 2008 imposti alla scuola avevano due obiettivi: lotta agli sprechi e valorizzazione professionali dei “più bravi”. Sul primo per il PD ci sono solo tagli lineari, che in passato si sono dimostrati inutili ai fini degli sprechi perché lasciano in piedi inefficienze vecchie e ne creano di nuove, del secondo non c’è più traccia.