La manifestazione sindacale di ieri per l’equità della manovra

Dichiarazioni della Cisl-scuola, Uil-scuola, Snals e Gilda

Manifestazione (quasi) unitaria dei sindacati scuola a Roma contro la manovra finanziaria. Presenti Cisl, Uil, Snals e Gilda; assente la Cgil scuola che ha deciso, per le stesse ragioni di protesta, lo sciopero per il 25 giugno prossimo.

Il segretario dello Snals, Nigi, ha dichiarato, tra l’altro, che diciamo NO a una manovra che, per fare cassa, abbatte i costi della spesa pubblica nel modo più iniquo, ma salva i privilegi e non elimina gli sprechi. Per la scuola siamo di fronte a una doppia ingiustizia: oltre al blocco del rinnovo contrattuale c’è il blocco della progressione economica. Si cancellano così 3 anni di lavoro, che non hanno valore neppure ai fini giuridici. Valgono solo come trascorrere del tempo in costanza di servizio, ma niente di più.

Per l’Uil-scuola, Pino Turi ha chiesto che siano soppresse le norme che penalizzano doppiamente i lavoratori della scuola. L’uil ha presentato, per questo, in sede di audizione al Senato, una richiesta di emendamento alla manovra. “Per la scuola – ha dichiarato il rappresentante della Uil – al blocco della contrattazione per il lavoro pubblico si aggiunge il blocco degli scatti di anzianità previsti da contratti già certificati e si producono pesanti effetti sulle pensioni. Questa sperequazione è inaccettabile. L’articolo va semplicemente soppresso e vanno evitati ‘pasticci legislativi’ prodotti dai ‘sacerdoti della norma’ nel chiuso dei loro uffici. La responsabilità delle scelte è della politica.

Rino Di Meglio, per la Gilda, ha osservato che “Il caso delle Province è emblematico: tutti affermano che si tratta di enti inutili, eppure il Governo ha fatto marcia indietro persino sull’abolizione di quelle quattro piccole province che, in ogni caso, avrebbero inciso in maniera del tutto marginale. La soppressione di tutte le Province farebbe risparmiare 14 miliardi, oltre la metà dell’importo complessivo della manovra. Perché, allora, non intervenire su questo fronte? E ancora: perché non si applica l’addizionale Irpef per tutti, e soltanto gli insegnanti sono costretti a perdere 3mila euro l’anno? Evidentemente, mancano il coraggio e la volontà politica per varare una Finanziaria che sia davvero lacrime e sangue per tutti, come in Germania, e si preferisce colpire soltanto le categorie più deboli“.

Infine, Il segretario generale della CISL Scuola, Francesco Scrima, ha dichiaratoNon accettiamo il blocco delle progressioni di anzianità: è una misura iniqua, un inconcepibile accanimento verso una categoria che sta già pagando un alto prezzo alle politiche di contenimento della spesa. La scuola non rinnoverà il suo contratto, come tutte le altre categorie dei pubblici dipendenti: intervenire sulle anzianità significa per i lavoratori che rappresentiamo un carico aggiuntivo, una pesante manomissione del contratto oggi in vigore … L’obiettivo della nostra mobilitazione è chiaro e preciso: modificare in sede di conversione in legge il testo del decreto, salvaguardando l’attuale assetto delle carriere del personale scolastico. Non intendiamo sottrarci ai doveri di responsabilità cui ci richiama, fra gli altri, il Capo dello Stato: esigiamo però che le misure di emergenza rispondano ad un altrettanto doveroso principio di equità“.