
All’interno del Pd i commenti alla sentenza della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo (Coe) sul crocefisso in classe appaiono orientati alla cautela. Il neosegretario del Pd Pier Luigi Bersani commenta: “Un’antica tradizione come il crocifisso non può essere offensiva per nessuno. Penso che su questioni delicate come questa qualche volta il buonsenso finisce di essere vittima del diritto“.
Più articolato il commento del parlamentare del Pd, Ermete Realacci, che spiega: “Pur non avendo letto la sentenza si possono immaginare i motivi che hanno spinto la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo a essere contraria al crocifisso nelle aule scolastiche. Personalmente credo che per l’Italia la questione sia diversa. Nel nostro paese non si tratta di aggiungere un simbolo non presente, con una scelta che potrebbe apparire di sopraffazione di altre culture, ma di mantenere un tratto di identità radicato e costitutivo della nostra cultura. Ho quindi seri dubbi che sia opportuno“.
Sul fronte dell’opposizione più radicale, a parlare è la deputata di Idv, Silvana Mura, che spiega: “La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo può legittimamente suscitare reazioni di segno profondamente diverso motivate da un lato dalla tradizione, dalla storia e dalla cultura del nostro paese, dall’altro invece da una sentenza, approvata all’unanimità, da un autorevole tribunale europeo. Ma la cosa più sbagliata che si può fare è quella di dar vita ad una accesa battaglia tra chi vuole il crocifisso nelle aule e chi non lo vuole, perché non è questo il vero problema da risolvere nella scuola italiana“.
Per la parlamentare dell’Idv, “la questione fondamentale invece riguarda una scuola destinata ad avere studenti che sempre di più saranno di etnie e culture diverse. L’offesa nei confronti di studenti di religioni diverse da quella cattolica non credo sia rappresentata tanto da un crocifisso appeso al muro, ma piuttosto da programmi che non si pongano il problema di conciliare le caratteristiche fondamentali che l’insegnamento di stato deve avere con la nuova realtà multiculturale e multietnica che in futuro sarà rappresentata dagli studenti della scuola italiana“.
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