La valutazione delle scuole secondo la Fondazione Agnelli

Si è svolta ieri presso la Fondazione Giovanni Agnelli la Tavola Rotonda avente per titolo “Valutare le scuole si può (e si deve)”, in occasione della quale sono intervenuti Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, Luigi Berlinguer (già ministro dell’Istruzione del primo governo Prodi), Giuseppe Bertola (Università di Torino), Lorenzo Caselli (presidente della Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo), e Silvana Mosca (Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte), tutti moderati da Luigi La Spina, editorialista de La Stampa.

Il dibattito ha preso spunto dall’introduzione di Gavosto che ha indicato in quattro “i pilastri di un rigoroso e articolato sistema di valutazione della scuola in Italia“, ossia l’autovalutazione delle scuole, le visite ispettive ministeriali, le prove standardizzate di misurazione degli apprendimenti, promosse e gestite da un Invalsi (l’istituto nazionale di valutazione), e il giudizio che possono offrire soggetti interessati alla buona qualità della scuola, quali l’università e il mondo del lavoro.

Gavosto ha aggiunto che “la valutazione è il necessario complemento dell’autonomia scolastica“. Ogni scuola infatti deve “rendere conto delle proprie scelte e dei propri risultati alle famiglie, alla comunità locale e - in senso lato – all’intera società nazionale. E ciò è possibile solo attraverso la valutazione“.

Per quello che riguarda le scuole, “bisogna cercare di tenere distinti i due principali fattori che determinano i risultati degli studenti. Da un lato, la preparazione all’ingresso – che è frutto non solo del lavoro scolastico precedente, ma anche e in larga misura del background sociale, culturale ed economico dello studente -; dall’altro, il contributo specifico che ogni scuola dà, con il lavoro dei suoi insegnanti e del suo dirigente, al miglioramento della qualità degli apprendimenti. Saper valutare questo secondo aspetto, ossia il “valore aggiunto” di ciascuna scuola, è importante perché a questo criterio dovrebbero essere legati gli incentivi retributivi e di carriera per gli insegnanti. Guardare al ‘valore aggiunto’ permette, infatti, di premiare e valorizzare il buon lavoro di squadra del corpo docente di una scuola, soprattutto quando ottenuto in situazioni particolarmente difficili e disagiate“.