Il fattore frenesia/2
E invece il mese di agosto ha segnato il passaggio dalle dichiarazioni e dai tempi lunghi del disegno di legge varato dal governo il primo giorno del mese ai tempi serrati del decreto legge n. 137 del 1° settembre 2008, con il quale già dal corrente anno scolastico torneranno i voti decimali per le materie, il voto di condotta, la scelta quinquennale dei libri di testo e il maestro unico dal 2009-2010. Tutti provvedimenti di grande rilievo, che richiedono un forte coinvolgimento del mondo della scuola, insegnanti per primi, per essere davvero efficaci. Che cosa ha indotto il ministro a rompere gli indugi in modo così drastico e improvviso? Probabilmente l’idea, condivisa con il collega Tremonti, che sia meglio giocare d’anticipo, e che se si è convinti di una cosa, è meglio farla subito. All’inizio della legislatura.
Ma la scuola richiede quasi per definizione tempi non brevi, o almeno non così brevi, per assorbire e gestire le innovazioni. E c’è il rischio che il disagio professionale degli insegnanti, posti di fronte a tante novità, si intrecci con la protesta dei precari e di chi teme le conseguenze dei tagli di organico, determinando una forte resistenza al cambiamento (come accadde anche al ministro Berlinguer). Per questo inviteremmo il ministro ad ispirarsi al manzoniano “adelante, con juicio”: è importante procedere con i modi e i tempi giusti, definendo un progetto di ampio respiro e cercando di allargare il consenso politico e sociale alle sue iniziative. Senza farsi trascinare dalla frenesia iperattivistica, che può essere una cattiva consigliera.
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